In Romagna, il vino per eccellenza è il SANGIOVESE DOC. Prodotto nelle tipologie novello, superiore e riserva, riflette appieno nella sua forma la forza e il calore dei romagnoli ma anche la tenerezza dei loro sentimenti.
L’origine di questo vitigno è alquanto incerta e molto dibattuta tra Romagna e Toscana. Secondo molti tutto ebbe inizio nei pressi di Santarcangelo, dove sul Monte Giove (O Collis Jovis) si trovava un convento di frati che coltivano la famosa vite.
È del 1672 però un atto notarile ritrovato nell’Archivio di Stato di Faenza in cui compare per la prima volta il nome Sangiovese. Nel documento si legge che la proprietaria del podere Fontanella, posto a 400 metri d’altitudine, aveva ceduto in affitto tre filari di Sangiovese posti vicino a casa.
Ottenuto dalle uve di vigneti all’85% Sangiovese e, fino a un massimo del 15%, di altri vitigni a bacca nera, con una gradazione alcolica di 12% vol, il Sangiovese di Romagna si accompagna bene a carni rosse, selvaggina e a piatti di pasta fresca romagnola, come i cappelletti o le tagliatelle al ragù ma anche a formaggi stagionati.
Dal 1962 il Consorzio Vini di Romagna riunisce cantine, aziende vinicole e produttori di vino con l’obiettivo di tutelare la produzione sul territorio.
Nel corso del tempo l’attività si è ampliata notevolmente. Negli ultimi quarant’anni, grazie anche al cambio generazionale dei produttori, si è andati incontro a un rinnovamento delle tecniche di coltivazione e di vinificazione che hanno portato a una produzione sempre più di alta qualità, e il numero dei viticoltori e delle cantine associate è cresciuto sensibilmente.