La FOCE DEL TORRENTE BEVANO è una gemma incastonata nel diadema composto dalla Pineta di Classe, l’oasi dell’Ortazzo e Ortazzino e le pinete costiere.
Si inserisce nel sistema delle aree naturali a Sud di Ravenna, ed è uno dei tanti tesori del grande Parco del Delta del Po.
Questo estuario meandriforme, l’ultimo dell’Alto Adriatico, è giunto fino a noi quasi completamente preservato, schivando in alcune fasi storiche progetti di estesa antropizzazione dell’area, successivamente abbandonati.
Oggi è protetto con attenzione poiché, sebbene vincolato, resta un sistema molto delicato di inestimabile valore conservazionistico dal punto geomorfologico e biologico.
Il Fiume Bevano, dopo aver brevemente e sottilmente serpeggiato nel suo piccolo bacino idrografico tra il Fiume Ronco e il Fiume Savio, negli ultimi 4 km di percorso si arricchisce delle acque di quattro canali di scolo, formando il suo ampio estuario.
A nord e a sud, dopo un tratto pinetale costiero in parte di proprietà privata e in parte di demanio statale, si trovano le località balneari di Lido di Dante e Lido di Classe.
Al centro prende vita un mosaico fatto di boschi, dune sabbiose ancora intatte, ambienti palustri, barene, stagni salmastri e persino ambienti marini popolati da organismi di interesse scientifico.
COSA FARE
L’area può essere visitata liberamente solo in alcuni periodi dell’anno e solo in determinati punti, in solitaria o accompagnati da guide specializzate in grado di raccontare la sua evoluzione.
Offerte interessanti di fruizione sono i tour escursionistici (a piedi, in bicicletta o in canoa) organizzati dal Centro Visite del Parco del Delta del Po “Bevanella“, che si trova in quella che un tempo era la casa di guardia dell’adiacente Idrovora (raggiungibile da Lido di Classe), oppure le iniziative attivate dalla Pro Loco di Lido di Dante con il patrocinio del Comune di Ravenna.
Il Centro contiene un piccolo museo interattivo che racconta lo sviluppo geologico e il funzionamento degli impianti idrovori del territorio.
COSA VEDERE
L’area del Foce del Bevano presenta eccellenze naturalistiche uniche sottoposte a diversi regimi di tutela. È pertanto necessario fare attenzione alle limitazioni d’accesso e fruizione che intercorrono durante tutto il corso dell’anno.
Imperdibili sono la valle dell’Ortazzo e la zona umida dell’Ortazzino.
L’Ortazzo è un’ampia palude d’acqua costantemente sommersa dalle acque dei fiumi Bevano e Fosso Ghiaia. Originariamente era un’antica valle di acqua dolce, arginata, ottenuta dalla riconversione di precedenti risaie.
Attualmente è soggetta agli influssi salmastri della falda, come testimoniano la presenza di giuncheti marittimi e puccinellieti. Si contraddistingue per una pregevole alternanza di stagni, canneti, vegetazione mediterranea e pinete.
L’Ortazzino, a sud del torrente Bevano, è invece un’area salmastra contigua alla spiaggia che affianca alle pinete costiere un sistema di stagni retrodunali, canneti, dune e una vegetazione che mescola la macchia mediterranea agli arbusteti di clima continentale. Comprende i meandri fossili del Bevano e parte delle dune, con retrostanti prati umidi salmastri e aridi punteggiati da ginepro, fillirea e olivello spinoso.
L’area più ampia comprende anche la Foce dei Fiumi Uniti e la Pineta di Classe ed è inserita nella Rete Natura 2000 per la straordinaria capacità di attrarre numerosissime specie di rettili, uccelli (l’impegno per la protezione della nidificazione del fratino qui è massima, vedi focus), mammiferi (di recente è arrivato anche il lupo, mentre era già documentata la presenza della puzzola) e per la presenza di habitat prioritari per le politiche di conservazione europee.
In quest’area è possibile ammirare distese di fenicotteri, varie specie di aironi e caradriformi che qui vengono a nidificare, come il cavaliere d’Italia, l’avocetta, la sterna zampenere e il gabbiano corallino.
Il sito è ideale per il birdwatching e, più estesamente, per il bio-watching, anche se nei periodi più sensibili l’accesso alla foce è limitato o precluso.
Di grande suggestione è la passeggiata sul cordone dunoso che si srotola nell’acqua salmastra. Qui si può sostare e osservare l’avifauna tramite apposite torrette di avvistamento, dalle quali è possibile godere una vista mozzafiato sul paesaggio circostante fino al mare.