La CHIESA DI SANT’EUFEMIA e la DOMUS DEI TAPPETI DI PIETRA rappresentano un’importante testimonianza del ruolo sacro e rituale che l’acqua ha sempre avuto all’interno della città di Ravenna.
Secondo la tradizione, Sant’Apollinare – discepolo di san Pietro e fondatore della chiesa ravennate – avrebbe originariamente amministrato in questo luogo i primi sacramenti e deposto le reliquie di Eufemia di Calcedonia, recuperate ad Aquileia.
Poche notizie certe si hanno sull’edificio originale. Fonti letterarie e saggi archeologici parlano di un complesso a tre navate, probabilmente realizzato attorno al V secolo d.C, a cui si andò a sostituire tra il 1742 e il 1747 la chiesa attuale su progetto di Gianfrancesco Buonamici.
Oggi, attraverso l’edificio religioso, si accede alla visita della Domus dei Tappeti di Pietra, una vasta area archeologica rinvenuta nel 1993 a circa tre metri di profondità.
Si tratta di un sito pluristratificato che abbraccia un arco cronologico molto ampio che va dal II-III secolo d.C. fino all’età medievale. Al suo interno si rintracciano ben tre abitazioni private di epoche differenti, sovrapposte l’una all’altra, tra cui un palazzetto d’età bizantina (VI secolo) dotato di una vasta e ricchissima pavimentazione musiva.
Per maggiori informazioni
Eventuali approfondimenti: Domus dei Tappeti di Pietra