La CHIESA DI SANTA MARIA IN PORTO FUORI è un edificio di culto collocato subito fuori la città di Ravenna in direzione del mare, nei pressi del piccolo centro abitato di Porto Fuori.
Meravigliosa per i suoi affreschi trecenteschi e per essere la chiesa citata da Dante Alighieri nella sua Commedia attraverso le parole di San Pier Damiani (Paradiso, canto XXI vv. 121-123), l’edificio ha origini molto antiche e successive fasi di sviluppo storico e artistico.
Ricerche archeologiche condotte sulle rovine della basilica – rasa al suolo da un bombardamento nel 1944 e in seguito ricostruita – hanno rivelato come essa costituisse l’ampliamento di una primitiva costruzione a tre navate databile tra IX-X secolo, rimaneggiata agli inizi del XII secolo, e infine nuovamente ristrutturata nei primi anni del Trecento.
È probabile che la nuova denominazione in Porto si sia sovrapposta alla precedente “Nostra Donna in sul lito adriano” in occasione del rifacimento della chiesa effettuato agli inizi del XII secolo.
All’epoca la chiesa sorgeva in prossimità del principale approdo portuale di Ravenna collegato alla città attraverso il Badareno, uno dei suoi principali corsi d’acqua. Da qui transitavano i prodotti che provenivano dalle aree nord e sud dell’Adriatico.
In quest’area avevano sede i depositi di sale e i principali magazzini delle merci, oltreché gli uffici doganali. Molti dei ravennati del tempo erano così impegnati in attività portuali, legate al transito di navigli in partenza e in arrivo, alla pesatura e allo smistamento delle merci trasportate, ai pellegrini e ad altri viaggiatori di passaggio.