Nel corso dei secoli Ravenna è stata meta di viaggio di migliaia di viaggiatori, venuti ad ammirare gli splendidi mosaici delle sue basiliche paleocristiane e bizantine.
La città fu meta privilegiata per molti VIP del passato che, con caratteri e attitudini diverse, si lasciarono andare alla bellezza e l’unicità di questa città.
Proprio come succede ai personaggi famosi contemporanei, quest’ultimi si lasciarono alle spalle molta notorietà ma anche critiche e scandali.
Tante storie, tutte diverse ma con un tratto comune: la volontà di sperimentare e viversi a pieno la bellezza dell’arte bizantina.
Tutto l’amore di Lord Byron
Eccentrico, passionale avventuriero ed esibizionista. Stiamo parlando di LORD BYRON (all’anagrafe George Gordon Noel Byron), nobile letterato inglese fra i massimi esponenti della poesia romantica inglese.
Pur aver vissuto un’esistenza alquanto breve (solo 36 anni!), riuscire a creare – volontariamente o involontariamente – attorno alla sua figura una sorta di mito.
Bello e tenebroso piaceva tanto alle donne tant’è che si narra che abbia avuto più di 200 partner.
Originario dell’Inghilterra (Londra nello specifico), fin da giovane aveva deciso di attraversare l’Europa per dedicarsi ai suoi poemi che affrontavano il tema del viaggio.
A spingerlo a Ravenna nel 1819 fu l’amore passionale e travolgente per una giovane, Teresa Gamba Ghiselli, moglie del conte Alessandro Guiccioli, descritta come la dama più bella della città.
Il nobile divenne presto l’amante ufficiale di Teresa e il marito di lei gli permise di soggiornare al primo piano del loro palazzo in Via Cavour (a breve sarà inaugurato il nuovo Museo Byron).
L’amore e la vicinanza con Teresa Gamba ebbe un effetto molto positivo sul poeta che, a Ravenna, trascorse un periodo felice e produttivo.
Nella città bizantina scrisse infatti tre canti del suo Don Juan e altri poemi, tra cui “La profezia di Dante”.
Sempre a Ravenna Lord George Byron, grazie al fratello di Teresa, si avvicinò alla Carboneria ospitando latitanti e occultando armi.
Così facendo, Byron face innervosire il padrone di casa Alessandro Guiccioli il quale per un po’ sopportò, poi lo denunciò costringendolo alla fuga.
Lo sguardo dorato di Klimt
100 anni dopo il soggiorno di Lord Byron a Ravenna, arrivò in città un altro artista molto conosciuto e amato: GUSTAV KLIMT.
Nel 1903, in cerca di ispirazione per la sua arte, Klimt visitò per la prima volta i monumenti dell’epoca gotica e bizantina e ne rimane affascinato.
L’artista austriaco, corpulento e pigro, si spostava raramente da Vienna ma restò così folgorato dalla luce dei mosaici di Ravenna che ci torno per ben due volte nel corso dello stesso anno.
Grazie alle cartoline che scrive alla sua compagna di vita Emilie Flöge, oggi sappiamo che reputava i mosaici ravennati di incredibile splendore.
Lo scintillio d’orato delle tessere bizantine diverranno, col tempo, un tratto distintivo del cosiddetto «decennio aureo» del pittore austriaco.
Dall’unione tra la ricchezza dei mosaici ravennati e i Laboratori Viennesi, nacquero alcuni dei suoi capolavori più celebri tra cui: Giuditta (1901), il Ritratto di Adele Bloch-Bauer (1907) e Il bacio (1907-08).
Dalla sua visita a Ravenna e fino alla fine della sua vita, l’oro, eterno e luminoso, acquista una forte valenza espressiva e rimase protagonista delle sue opere.
Nei sogni di Freud
Arte, letteratura ma anche pseudoscienza. Entrambi i padri della psicanalisi, Carl Gustav Jung e Sigmund Freud, passarono da Ravenna. I due rimasero sì colpiti dalla bellezza del luogo, ma soprattutto, rimase un ricordo indelebile nel loro subconscio.
SIGMUND FREUD venne in città nel 1869 e inizialmente ne rimase molto deluso. Immaginava di ritrovarsi in una città nobile, ma la trovò molto diversa.
La descrisse piena di poveri e vagabondi con i grandi monumenti storici non valorizzati. Apprezzò solamente tre cose: i mosaici, i fichi raccolti accanto al mausoleo di Teodorico, ma soprattutto il vino.
Ravenna però tornerà a visitare Freud nei suoi sogni, lasciando un messaggio molto forte: l’analisi del sogno evidenzia da una parte la decadenza fisica e simbolica (la povertà e le condizioni della città a fine Ottocento), dall’altro però un segno di rinascita (le ninfee bianche che galleggiano nell’acqua nera).
Le visioni suggestive di Jung
Nel 1914 anche CARL GUSTAV JUNG visitò Ravenna con una sua assistente e vissero una esperienza paranormale e assai bizzarra.
I due scrissero assieme un saggio sul rituale originario del battesimo ispirandosi a un determinato mosaico all’interno del Battistero Neoniano. Osservarono per circa venti minuti la rappresentazione di Cristo che tendeva la mano a Pietro, mentre questi stava per affogare nelle onde.
Una volta lasciata la città, Jung sentì la necessità di rivedere quel mosaico per approfondire il tema della rinascita attraverso il battesimo. Si rivolse a uno studio fotografico di Ravenna per chiedere un’immagine del mosaico che così tanto lo aveva colpito.
La sorpresa e lo sgomento di Jung sono enormi quando apprende che quel mosaico in realtà non esisteva.
Nella sue memoria, nonostante l’evidenza, Jung conservava ancora un chiarissimo ricordo del mosaico di Pietro che affoga in ogni suo dettaglio. La percezione evidentemente era stata così forte da sembrare reale.
Una storia densa di fascino e mistero che descrive pienamente il potere delle immagini e la forza della suggestione.
La notte stellata di Cole Porter
Nel 1932 si narra che la cupola del Mausoleo di Galla Placidia sia stata la musa ispiratrice di un grande classico della musica Jazz.
Il celebre compositore statunitense COLE PORTER si trovava a Ravenna in viaggio di nozze. Il musicista, dopo aver visto le suggestive stelle dorate su cielo blu in mosaico, avrebbe trovato ispirazione e successivamente scritto il brano “Night and day”.
Canzone scritta per la commedia musicale Gay Divorce è presto diventata una delle composizioni più celebri del suo repertorio e riprodotta ancora oggi da centinaia di musicisti e cantanti.
Nobili, artisti, i padri della psicanalisi e tanti altri ancora sono stati travolti dall’unicità e lo splendore dei monumenti ravennati. Questo significa che Ravenna è una città che porta con sé ispirazione, cambiamento, arte e fascino.
Si tratta di un tesoro da visitare assolutamente almeno una volta nella vita!