Se siete appassionati di misteri, storielle popolari e curiosità, questo post fa al caso vostro! Oggi vi raccontiamo la storia di alcune leggende di Ravenna che vi sorprenderanno, sia che conosciate bene la città, sia che stiate organizzando una prima visita. Un pizzico di mistero vi farà vedere la città con nuovi occhi!
La leggenda del sandalo di San Giovanni Evangelista
L’origine della Basilica di San Giovanni Evangelista è legata alla figura di Galla Placidia: l’imperatrice la fece edificare per rispetto del voto espresso durante la tempesta in mare che nel 424 d.C. incontrò durante il viaggio di ritorno da Costantinopoli a Ravenna.
La sera prima della consacrazione, Galla Placidia era disperata, perché non era in possesso di reliquie del santo, e si rivolse a padre Barbaziano. Insieme al suo confessore, si mise a pregare, chiedendo a Dio che mostrasse loro dove poterle trovare. Durante le orazioni notturne, vide apparire una figura luminosa, dalle sembianze angeliche, che con un turibolo andava incensando la chiesa.
San Giovanni Evangelista l’aveva ascoltata! Galla Placidia si prostrò ai suoi piedi e, quando l’immagine scomparì, all’Imperatrice restò in mano il sandalo del santo.
L’episodio è raffigurato sul portale medievale in stile gotico, risalente al XIV secolo, antistante la Chiesa di San Giovanni Evangelista.
La Mariola e il Cavaliere
Espressioni come “cercando Mariola per Ravenna” sono nate in città, ma sono conosciute anche altrove. Quest’espressione è citata anche nel Don Chisciotte, dove Sancho Panza esclama:
Y màs que asì serà buscar a Dulcinea por el Toboso como a Marica per Ravena o al Bachiller en Salamanca!
Nella Torre Civica, dove una volta scorreva il Padenna, ci sono incastonate due figure marmoree che dal XV secolo hanno animato le leggende da cui il proverbio ha avuto origine.
Un bassorilievo romano raffigurante un cavaliere è affiancato ad un volto scolpito, del quale non sono più riconoscibili i connotati. Non è difficile immaginare che l’uomo a cavallo sia alla ricerca della sua amata perduta che, ironia della sorte, si trova proprio al suo fianco.
Oggi, purtroppo, queste due sculture non sono più visibili a causa della struttura in legno che ricopre la parte inferiore della torre.
La leggenda della lastra sepolcrale di Guidarello Guidarelli
Il cavaliere Guidarello Guidarelli, è il soggetto di una delle più famose leggende di Ravenna. La sua lastra tombale, oggi custodita presso il MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna, è sempre stata oggetto di ammirazione per la bellezza del viso marmoreo.
Negli anni Trenta del secolo scorso, le attenzioni diventarono davvero troppe: iniziò a circolare la diceria che se una donna avesse baciato le fredde labbra di Guidarello si sarebbe sposata entro l’anno, mentre quelle già sposate avrebbero partorito un bambino.
Oggi forse sembra incredibile, ma a causa della gran quantità di donne che si recarono alla Pinacoteca Comunale, per un periodo la lastra dovette essere nascosta e ne venne esposta una copia.
Oggi è severamente vietato avvicinarsi alla lastra, ma il fascino della leggenda è ancora vivo.
La storia della Madonna del Sudore
Lungo la navata laterale destra del Duomo di Ravenna c’è una cappella dedicata alla cosiddetta Madonna del Sudore. La tradizione vuole che l’immagine un tempo si trovasse in una piccola nicchia all’interno di una bettola di Ravenna. Una notte, un soldato la pugnalò, per la perdita di denaro al gioco dei dadi, e il ritratto della Madonna “sudò” sangue.
Si narra che l’episodio si ripeté altre due volte: durante il sacco della Battaglia di Ravenna, nel 1512, e nel 1630, quando i cittadini, spaventati dal morbo della peste, fecero voto alla Madonna.
Se queste storie vi sono piaciute, vi consigliamo di recuperare la lettura del post sul mostro di Ravenna e sulle leggende che circondano la morte di Teodorico, re dei Goti.