Quello che oggi può essere considerato il più importante sito di biologia marina di Ravenna si è costituito in circostanze del tutto imprevedibili. Conoscete la storia del relitto del Paguro?
La piattaforma Paguro venne fatta costruire dall’AGIP tra il 1962 e il 1963 al largo di Lido Adriano. Nacque come piattaforma mobile per la perforazione di pozzi per l’estrazione di gas metano nel mare Adriatico. Nel 1965 fu posizionata sul nuovo sito di PC7 (Porto Corsini 7), ad una dozzina di miglia dalla foce dei Fiumi Uniti.
Il 28 settembre 1965 si consumò la tragedia: quando la trivella raggiunse i 2900 metri di profondità, un’improvvisa eruzione di gas causò il cedimento delle pareti del pozzo. La piattaforma cedette, avvolta dalle fiamme alimentate dalla fuoriuscita del gas e il giorno seguente si inabissò in mare. L’incidente costò la vita a tre persone.
Nonostante le tragiche circostanze a cui è legato, il relitto del Paguro è divenuto negli anni una meta di grande interesse per gli appassionati di immersioni e di biologia marina grazie alla grande varietà di flora e fauna che accoglie.
Nel 1991 ai resti del relitto sono stati aggiunti nuovi materiali ferrosi provenienti dallo smantellamento di altre piattaforme affinché si integrassero con quelli dell’area.
Dal 1995 è attiva l’Associazione Paguro, creata per salvaguardare il sito e regolamentare le immersioni. In anni più recenti, questo reef artificiale è divenuto anche il primo e unico sito marino ad essere nominato Sito d’Interesse Comunitario nella Regione Emilia Romagna.
Oggi la struttura del relitto del Paguro è interamente ricoperta già dalla zona più alta di specie come mitili, ostriche e altri organismi sessili quali i tunicati, i celentenari e i policheti. Sul fondale fangoso c’è una grande presenza di pinna pectinata.
La particolarità del sito del relitto del Paguro è quella di ospitare pesci tipici dei fondali rocciosi, altrimenti difficilmente reperibili nella nostra costa. Sono presenti corvine, occhiate, mormore, gronghi, spigole e scorfani neri. Sono molti anche gli invertebrati mobili, a partire dagli ofiuridi, echinodermi, olotulidi, asteroidi.
Diverse sono le varietà di granchi, che talvolta sono difficili da scorgere perché, se fermi, sanno mimetizzarsi benissimo. Presenti anche l’astice, il riccio e la cicala di mare.
Il relitto del Paguro è oggi tra i reef naturali ed artificiali dell’Adriatico al centro del progetto europeo di AdriReef, che ha come scopo quello di incentivarne la valorizzazione con la cosiddetta “economia blu”, e di incoraggiare la ricerca scientifica su questi siti. Esplora il relitto della Piattaforma Paguro QUI.