È una piccola impresa: da Classe a Cervia, lungo un percorso che si snoda tra campi, valli lagunari e pinete.
Solitamente si fa in mountain bike, noi invece abbiamo deciso di farlo a piedi.
Basta una buona compagnia, qualche litro d’acqua e scarpe adatte alla pianura. Come la tappa di un Cammino di Santiago o della Via Francigena. Ma non c’è bisogno di andare così lontano.
Si parte da Ravenna, si sconfina nel cervese e si torna indietro, questa volta in treno, però.
Partiamo al mattino presto, dal posteggio di fronte a Museo Classis di Ravenna.
Imbocchiamo il sentiero oltre la ferrovia e puntiamo dritti verso la pineta. Attorno a noi solo i campi, quieti e immobili. Qualche ciclista ci supera, salutando. Sopra di noi il cielo immacolato e un bel sole rincuorante.
Dopo poco più di mezz’ora raggiungiamo la Pineta di Classe e ci inoltriamo nella vegetazione, godendo della secolare frescura.
Quest’antica foresta, che cullò anche Dante Alighieri, ci accompagna per quasi tutta la prima parte del tragitto.
Ogni tanto, in mezzo alla macchia spunta un corso d’acqua, o un’ansa di quella vasta laguna che tratteggia senza sosta la costa ravennate.
Arriviamo all’altezza di Fosso Ghiaia e del Parco I° Maggio. Superiamo il ponte che separa il nostro itinerario da un altro, altrettanto bello, che devia a est, verso il mare, e fiancheggia il Bevano fino alla sua foce. Un luogo magico e selvaggio, lungo il quale si stanno snocciolando stormi di ciclisti e qualche escursionista armato di bastoncini da passeggio.
Noi puntiamo ancora più a sud e seguiamo la pineta lungo il suo limitare, a pochi metri dai prati umidi e salmastri dell’Ortazzo e dell’Ortazzino.
Il paesaggio è cambiato ancora. Acque tranquille, isolette selvagge, qualche torretta per l’osservazione di volatili e altri animali. I campi di girasoli e il bosco fitto sembrano lontani, eppure siamo partiti da meno di due ore.
Terminata la pineta, superiamo prima la Bevanella e poi il Bevano, grazie a due splendidi ponticelli.
Il panorama cambia di nuovo. Un corso d’acqua più corposo, che curva leggermente verso nord. I “Padelloni”, ovvero i capanni da pesca, sobri e in bell’ordine costellano la riva, in attesa di una rete carica.
Poco lontano, il Centro Visite Bevanella che sorge all’incrocio del torrente con il Canale Pergami. Incrociamo moltissimi escursionisti a piedi e in bicicletta e salutiamo i pescatori.
Da qui parte una carrabile sterrata che incrocia via dei Lombardi, la strada che congiunge l’abitato di Savio a Lido di Classe.
Siamo a metà dell’impresa. Volendo qui si potrebbe deviare verso il paese e prendere il treno o il bus per rientrare a Ravenna. Ma i cuori pavidi non hanno mai conquistato la meta. Proseguiamo quindi ancora verso Cervia.
Costeggiamo il canale e raggiungiamo la foce del Savio, che oltrepassiamo sul ponte di via Bagnacavallo, per entrare a Lido di Savio.
Restiamo poco nel centro abitato e torniamo nella campagna, per ricongiungerci a via Marina. In lontananza vediamo il muro verde scuro della Pineta di Milano Marittima.
È ormai mezzogiorno e il sole si fa sentire. Accogliamo con gioia il tetto di alberi che segna la fine del territorio comunale.
Imbocchiamo un sentiero lungo e fitto in mezzo ai pini, quasi una galleria nell’impenetrabile bosco, scavata per gli umani nel cuore della natura.
A tratti, i segni delle trombe d’aria, che qualche tempo addietro hanno creato alcune radure a forma circolare e lingue sottili di vuoto della vegetazione. Il paesaggio è ancora una volta inaspettato. Uno scenario dalle linee nette, dal contrasto vivido. L’uomo ha ripulito e attende che la natura faccia il suo corso.
Superiamo i campi da golf ed entriamo a Cervia, seguendo il canale che corre lungo via Jelenia Gora. Piccoli capanni colorati misurano a intervalli regolari la sua lunghezza. La pace del primo pomeriggio è interrotta ogni tanto dal rumore dell’acqua e da qualche cicala.
Deviamo ancora a sud nella pineta e percorriamo Via Stazzone fino al cimitero. Poco dopo ci affacciamo sul bellissimo canale di Cervia e intravediamo alla nostra sinistra il MUSA – Museo del Sale e la Torre San Michele.
Abbiamo ancora un po’ di tempo prima che parta il treno. Solchiamo il centro assolato di Cervia e ci concediamo una piadina romagnola in Piazza Pisacane e rilassiamo le gambe e la schiena, dopo oltre cinque ore di cammino.
Torniamo a casa in treno stanchi ma raggianti. Alla nostra destra il verde intenso della pineta, poco oltre il mare, una linea azzurra e sottile, che lascia un gusto di sale nell’aria.
Scendiamo alla stazione di Classe, poco affollata nella domenica da spiaggia.
Una domenica diversa per noi. Una gran bella domenica.
Una piccola impresa da raccontare.