Palazzo Guiccioli è una delle dimore storiche più importanti della città e può essere considerato un fortino della storia ottocentesca, grazie alle illustri persone che vi dimorarono.
Cuore e teatro della storia politica e letteraria del XIX secolo, ha visto nascere le prime cospirazioni rivoluzionarie e crescere il leggendario amore tra Lord George Gordon Byron e Teresa Gamba Guiccioli.
Infatti, per il suo immenso valore architettonico e storico, essendo il luogo in cui si sono svolti i fatti, è stato scelto come sede del Museo del Risorgimento e del Museo Byron.
Un incombente fortino
Costruito a partire dal XVI secolo dalla famiglia Osio su preesistenti proprietà, il Palazzo si ergeva un po’ defilato rispetto alle grandi abitazioni signorili. Con la sua imponenza, dominava le umili case di Strada Porta Adriana, oggi Via Cavour, apparendo proprio come un fortino militare.
La famiglia Osio
Gli Osio, di origine lombarda, erano abili commercianti specializzati nel settore tessile, attestati nei documenti dal 1515. In quell’anno, Giovanni Cristoforo Osio compare come testimone in un atto di cessione di proprietà da parte di Andrea Longhi, nonno del pittore Luca Longhi. Con il passare dei decenni, il potere e la ricchezza della famiglia crebbero, permettendo agli Osio di conquistare il rango di patrizi.
Gli ultimi membri della casata furono Giovan Francesco Osio e sua moglie, Barbara Gatti, contessa romana. Entrambi erano appassionati di scienza: nel 1784 tentarono il lancio di un pallone aerostatico dal cortile del palazzo. Illuministi e sostenitori delle idee giacobine, promuovevano ideali di uguaglianza e democrazia.
Il passaggio ai Guiccioli
Rimasto tragicamente solo, nel 1803 Giovan Francesco Osio vendette il palazzo al conte Alessandro Guiccioli. Figura di spicco della nobiltà locale e fervente giacobino, Guiccioli era stimato da Napoleone, e inizialmente non abitò la dimora.
Alessandro Guiccioli, Teresa Gamba Ghiselli Guiccioli e Lord Byron
Nel 1818, dopo diverse migliorie e la realizzazione di splendide pitture, il conte Alessandro Guiccioli si trasferì nel palazzo con la giovane moglie Teresa Gamba, i sette figli avuti da precedenti matrimoni e una nutrita servitù.
Pochi anni dopo, dal 20 febbraio 1820 al 29 ottobre 1821, il Palazzo divenne lo scenario di uno dei più celebri amori nella storia della letteratura: quello tra Lord George Gordon Byron e Teresa Gamba Guiccioli.
Lord Byron, fondamentale poeta della letteratura anglo-americana, era allora già una star. Affascinante e controverso, incarnava nella vita, e nelle sue opere, l’archetipo dell’eroe romantico, splendido e dannato.
Ferino amante delle delizie della vita e dei suoi pericoli, era un grande sostenitore dei desideri di libertà e di autodeterminazione dei popoli.
Durante il legame con Teresa, oltre a realizzare alcuni suoi capolavori letterari, Byron finanziò la società segreta della Carboneria, eleggendo il Palazzo a magazzino di armi e fortezza difensiva in caso di attacchi.
Aderenti alla Carboneria erano anche Ruggero e Pietro Gamba, rispettivamente il padre e il fratello di Teresa.
Inquilini e proprietari dopo i Guiccioli
Luigi Carlo Farini, i Rasponi, Costanza Ghika
Tra gli abitanti illustri del palazzo si annovera Luigi Carlo Farini, medico e figura chiave del Risorgimento italiano, che vi abitò come inquilino tra il 1836 e il 1840.
Nel 1842 Ignazio Guiccioli, figlio di Alessandro, permutò il Palazzo Guiccioli con l’attuale Palazzo Rasponi-Murat. Il nuovo proprietario fu così Giulio Rasponi, che stava per convolare a nozze con Faustina Capranica, rappresentante della nobiltà romana.
Dal 1881 al 1895 una parte del palazzo fu acquistata dalla Principessa Costanza Ghika, principessa di origini rumene vedova di Gioacchino Rasponi, fautrice nel 1875 di una commissione di patronesse per avviare una Società Operaia Femminile di Mutuo Soccorso e della Croce Rossa, nel 1888.
Con la morte di Ghika la gloriosa storia aristocratica del palazzo si arrestò, aprendo la strada a un lento declino.
Oggi le stanze di Palazzo Guiccioli sono tornate a vivere in tutto il loro splendore e, grazie agli allestimenti all’avanguardia del Museo Byron e Museo del Risorgimento e del Museo delle Bambole, potremo conoscere meglio le atmosfere e coloro che fecero grande la Storia di Ravenna e d’Italia.