La statua di Guidarello Guidarelli è stata fonte di ispirazione per molti artisti nel corso dei secoli, ha suggestionato innumerevoli visitatori e si dice che abbia anche ricevuto qualche milione di baci.
La statua si trova nella Loggetta Lombardesca del Museo MAR, e pare sia stata creata avendo a disposizione la maschera mortuaria del cavaliere, che doveva essere del tutto simile al viso marmoreo.
Questa scultura è anche stata catturata dall’obiettivo della macchina da presa di Marcello Aliprandi per il film La ragazza di latta (1970). Nei titoli di testa, la protagonista interpretata da Sydne Rome, si china sulla statua per baciare le sue labbra marmoree.
Ma questo bacio cinematografico non è che uno tra i tanti: gli innumerevoli baci che il Guidarello ha ricevuto non sono solo merito del suo fascino, ma anche di una leggenda.
Negli anni Trenta la statua del cavaliere era stata mandata a Parigi per una mostra sull’Arte Rinascimentale Italiana al Petit Palais, e quando fece ritorno a Ravenna si notarono alcuni difetti che non aveva alla sua partenza. Fu infatti rinvenuta una crepa superficiale sul piede destro della scultura, che oltretutto sembrava sporca e imbrattata, come se fosse stata usata per farne un calco e non fosse poi stata ripulita a dovere.
L’Accademia di Belle Arti di Ravenna decise allora di non prestare più la lastra tombale in occasione di mostre, e non la fece partire neanche per l’esposizione già fissata a Budapest. Ne seguirono molte polemiche e, nel tentativo di metterle a tacere, si disse che il Guidarello era tornato sporco del rossetto delle tante parigine che avevano voluto sfiorare le sue labbra.
Questa storiella fu resa più accattivante dai giornalisti di allora, che misero in circolo la diceria che coloro che avessero baciato il Guidarello sarebbero andate in sposa entro l’anno. La leggenda iniziò a circolare ancora di più negli anni Cinquanta e Sessanta, grazie all’enfasi romantica di articoli usciti su riviste come Oggi, Epoca e Confidenze.
Così si dovette provvedere a nasconderlo, per evitare che le effusioni amorose delle sue ammiratrici potessero danneggiarlo. Per qualche anno fu quindi portato nei seminterrati e momentaneamente sostituito con una copia.
Per preservare la statua correttamente, oggi è vietato avvicinarsi alla lastra e toccarla, soprattutto in seguito all’attento restauro di cui è stata oggetto.
Il Guidarello ha ispirato generazioni di visitatori già prima che la leggenda su di lui circolasse. In Europa fu conosciuto grazie alle testimonianze e ai racconti di viaggiatori che sostavano in Italia durante il grand tour. Ne scrisse anche Louise Colet, a lungo compagna dello scrittore Gustave Flaubert, dicendo di esserne rimasta abbagliata.
Non c’è quindi da stupirsi se possiamo trovare delle copie del Guidarello in giro per il mondo, tanto che oggi ospitano una riproduzione il South Kensington Museum di Londra, il Museum of Fine Arts di Boston e quello di Buenos Aires.
Per concludere, riportiamo la poesia scritta da Gabriele D’Annunzio in onore del cavaliere:
Ravenna
Ravenna, Guidarello Guidarelli
dorme supino con le man conserte
su la spada sua grande. Al volto inerte
ferro morte dolor furon suggelli.Chiuso nell’arme attende i dì novelli
il tuo Guerriero, attende l’albe certe
quando una voce per le vie deserte
chiamerà le Virtù fuor degli avelli.Gravida di potenze è la tua sera,
tragica d’ombre, accesa dal fermento
dei fieni, taciturna e balenante.Aspra ti torce il cuor la primavera;
e, sopra te che sai, passa nel vento
come polline il cenere di Dante.
E voi, siete già stati stregati dal Guidarello?