Dante Alighieri, il Padre della Lingua italiana, calpestò più volte il suolo ravennate, fino a stabilirvisi definitivamente qualche anno dopo il suo esilio da Firenze.
La data precisa del suo trasferimento a Ravenna è incerta, anche se esistono diverse ipotesi: Giovanni Boccaccio indica il 1314, mentre il ravennate Corrado Ricci propone il 1317. Quello che è sicuro è che il suo soggiorno durò fino alla sua morte, avvenuta nel 1321.
Non rimase a Ravenna per molti anni, ma abbastanza per trarre ispirazione per la produzione di alcuni dei suoi lavori letterari. È qui che concluse la Divina Commedia, l’opera che più delle altre lo ha reso celebre in tutto il mondo.
A Ravenna sono ancora visibili le tracce lasciate dal Sommo Poeta: vi accompagniamo a riscoprirle attraverso un vero e proprio “itinerario dantesco”.
Casa Scarabigoli
All’angolo fra via da Polenta e via Dante Alighieri si trova un’antica dimora, nota come Casa dei Polentani.
Ospite dei proprietari, Dante soggiornò anche in questo edificio, come ricordato da una lapide posta sul muro.
La pineta di Classe
[…] ma con piena letizia l’ore prime,
cantando, ricevieno intra le foglie,
che tenevan bordone a le sue rime,
tal qual di ramo in ramo si raccoglie
per la pineta in su ‘l lito di Chiassi,
quand’Eolo scilocco fuor discioglie.
(Purgatorio XXVIII, vv. 16-21)
La Pineta di Classe, situata pochi chilometri a sud di Ravenna, ispirò Dante nella rappresentazione della selva «spessa e viva» del Paradiso terrestre, che accoglie Dante e Virgilio lungo il loro cammino nel canto XXVIII del Purgatorio.
Museo Dante
Il Museo Dante è ospitato nella suggestiva cornice degli Antichi Chiostri Francescani, a pochi passi dalla Tomba di Dante.
Questo nuovissimo museo offre un percorso emozionale tra storia e immagini attorno all’avventura umana e la vicenda artistica di Dante, approfondendo il tema della Commedia e della successiva fortuna.
Sono inoltre ospitate opere pittoriche, di grafica, di scultura, rari e curiosi cimeli, come la cassetta di legno che contenne le ossa di Dante dal 1677 al 1865.
La Basilica di San Francesco
La Basilica di San Francesco, costruita nel V secolo d.C. e riedificata nel X secolo d.C., viene detta “chiesa di Dante” perché il poeta vi si recava a pregare e meditare. Qui gli furono anche tributati gli onori funebri dalla Signoria dei Da Polenta.
In fondo alla navata centrale è possibile ammirare la cripta costantemente sommersa dall’acqua, in cui nuotano diversi pesci rossi (è infatti situata sotto il livello del mare).
Al suo interno sono presenti i frammenti musivi del pavimento della chiesa originaria. Basta inserire una moneta da 1€ per illuminarla e ammirarla in tutto il suo splendore.
Tomba di Dante e Quadrarco di Braccioforte
In fondo a via Dante troviamo la Tomba di Dante, costruita tra il 1780 e il 1781 per volontà del cardinal legato Luigi Valenti Gonzaga. Progettata dall’architetto ravennate Camillo Morigia, segue i canoni neoclassici settecenteschi.
Il piccolo edificio, a cui si accade attraverso una porta bronzea, ospita il sarcofago di epoca romana contenente le spoglie del Poeta.
A destra della tomba è situato il Quadrarco di Braccioforte, antico oratorio originariamente collegato alla Basilica di San Francesco.
All’interno del giardino si trova un rudere dell’antico muro in cui furono nascoste le ossa di Dante nel 1810, mentre un cumulo di terra coperto di edera segna il posto dove vennero sepolti i resti del poeta, per proteggerli durante il Secondo Conflitto Mondiale.
Questi sono solo alcuni dei luoghi di Ravenna legati a Dante. Armandosi di tanta curiosità e voglia di conoscere, non resta altro da fare che scoprirne altri, magari proprio quelli nascosti tra le righe della sua Divina Commedia.