Fra le tante cose imperdibili da visitare a Ravenna, spiccano senza ombra di dubbio gli otto monumenti che compongono il sito Unesco della città.
Tra tutti io preferisco la Basilica di San Vitale: imponente, altissima e maestosa.
I suoi mosaici hanno la capacità di rimanere indelebili nella memoria e nei ricordi di qualsiasi turista che, per un motivo o per un altro, giunge nella splendida capitale del mosaico. Può confermarlo chiunque abbia fatto tappa a Ravenna.
A sostegno di questa tesi ci sono diversi esempi illustri. Sapete che Gustav Klimt si ispirò all’immagine di Teodora per il Ritratto di Adele Bloch-Bauer?
E che lo stesso Dante Alighieri ha tratto spunto dai mosaici di San Vitale per la composizione di alcuni versi della Divina Commedia?
La basilica fu costruita nella prima metà del VI secolo d.C. su un sacello più antico dedicato a San Vitale, successivamente inglobato.
Leggenda vuole che proprio in questo luogo si fosse consumato il martirio del santo, anche se oggi sappiamo che il suo corpo fu rinvenuto a Bologna.
Oltre alla cupola affrescata secondo il gusto barocco e il labirinto della pavimentazione, a rendere mozzafiato l’interno della basilica sono i mosaici bizantini che decorano l’abside.
Tra gli innumerevoli dettagli che rendono unica questa decorazione musica spiccano le celebri rappresentazioni dei cortei di Teodora e Giustiniano, collocati nella parte inferiore delle pareti, uno di fronte all’altro.
Giustiniano (482-565 d.C.) fu eletto imperatore dell’Impero Romano d’Oriente nel 527 d.C., e restò in carica fino alla sua morte.
È considerato uno dei più grandi sovrani di età tardoantica, ricordato soprattutto per il Corpus iuris civilis, ancora oggi alla base del diritto civile. Dante gli ha dedicato anche numerose terzine nel VI canto del Paradiso.
Nei mosaici della basilica viene rappresentato con un vestito di porpora e in mano un bacile d’oro, che porge in occasione della consacrazione della chiesa. Si noti che Giustiniano è dotato di un’aureola dorata, anche se non è un santo: la sua figura era molto divinizzata.
Intorno a lui si possono distinguere tre religiosi che lo precedono alla sua sinistra, tra cui spicca Massimiano, vescovo di Ravenna, di cui è riportato il nome al di sopra del suo capo.
Alla destra dell’imperatore si possono distinguere gli abiti di due alti dignitari di corte.
Per quanto riguarda l’uomo che si frappone tra lui e il vescovo, sono state fatte molte ipotesi: potrebbe trattarsi di Giuliano Argentario, finanziatore della costruzione della basilica, ma anche il prefetto del pretorio, alto funzionario imperiale che risiedeva a Ravenna.
In un secondo piano, il corteo è seguito da un gruppo di guardie d’onore armate di tutto punto.
Di fronte al corteo di Giustiniano si trova quello dell’imperatrice Teodora. La donna è raffigurata mentre porge verso l’altare un calice dorato tempestato di gemme preziose.
Nobilitante è la decorazione del suo capo: un diadema di pietre e perle orna il suo viso chiaro, in forte contrasto con l’oro che la circonda.
La decorazione degli abiti delle sue dame di corte dà un’idea dello sfarzo, del lusso e dello splendore che caratterizzava la corte di Bisanzio, e di cui oggi ci è rimasta traccia nell’oro di questi mosaici.
Alle loro spalle lo sfondo decorato con tende, colonne, fontane doveva rimandare all’aspetto degli interni delle sue stanze.
Alla destra dell’imperatrice, il corteo è completato da due dignitari di corte che la precedono.
I cortei di Giustiniano e Teodora dei mosaici di San Vitale, oltre che essere un prodigioso esempio di arte bizantina, offrono una testimonianza storica che ci narra come doveva essere Ravenna nel VI secolo.
Visitare la basilica di San Vitale è come fare un tuffo nel passato bizantino della città.