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Cinque curiosità su Piazza dell’Aquila (Piazza XX Settembre)

Piazza dell'Aquila (Ravenna)

Piazza dell’Aquila è una delle piazze più particolari e amate della città, ma ci sono 5 curiosità sulla sua storia che non tutti sanno.

Centrale, eppure defilata, sorge alle spalle del Palazzo Comunale ed è abbracciata da imponenti palazzi signorili. Vi si può accedere da Piazza del Popolo attraversando il Voltone Savini, una piccola galleria dalle volte dipinte.

Quest’ultima prende il nome dal suo esecutore, lo studioso di monumenti Gaetano Savini (1850-1917). L’artista eseguì, in un tripudio di grottesche, alcune vedute dei monumenti più importanti della città e i ritratti di alcune personalità di spicco.

LA PIAZZA CHE NON C’È

Piazza dell’Aquila ha una particolarità: se la cerchiamo sulle cartine della città… non la troviamo con questo nome.
Il suo toponimo, dal 1882, è Piazza XX settembre 1870: giorno in cui i Bersaglieri, guidati dal generale Cadorna, tramite una breccia in Porta Pia, entrarono a Roma. Venne annesso così il Lazio al Regno d’Italia, e si sancì la fine dello Stato della Chiesa.

I ravennati, da generazioni, indicano la piazzetta con il suo antico nome, che allude all’aquila sull’alta colonna al centro della piazza.
È la testimonianza di una storia d’acque e gratitudine, che affonda le sue radici nel XVII secolo, e ha come protagonisti il Cardinale Legato Caetani e i ravennati.

LA COLONNA GAETANA: L’AQUILA ARALDICA DEL CARDINALE LEGATO

La colonna è chiamata anche colonna Gaetana. È dedicata al Cardinale Bonifacio Caetani, Legato di Romagna dal 1605 al 1612, il cui stemma araldico era l’aquila.

Ravenna, l'aquila in cima alla colonna di Piazza XX settembre.
Ravenna, l’aquila in cima alla colonna di Piazza XX settembre, per i ravennati Piazza dell’ Aquila. Foto A. Bollini

Durante il suo mandato, oltre a modificare l’ordinamento comunale, il Caetani dal 1606 fu il primo promotore del ripristino del porto Candiano. La colonna Gaetana è un assemblaggio di opere: la colonna fu realizzata su disegno del pittore Francesco Longhi (1544-1618).

In origine sembra che l’aquila si trovasse all’imbocco del porto Candiano, poi fu spostata in città, di fronte alle chiese di San Sebastiano e San Marco, dove sfruttava il basamento della colossale statua perduta dell’Ercole Orario, detto il Conchicollo.

UN MONUMENTO DALLA VITA MOVIMENTATA

Il monumento non ebbe vita facile: durante la dominazione francese vennero distrutte le iscrizioni della base, dedicate al Cardinale Caetani. Fu rimossa l’aquila, di cui restò solamente la sfera di marmo che le fa ancora oggi da piedistallo.

Di questo evento, il Fiandrini (1755-1827, monaco benedettino, paleografo, archivista e autore di cronache storiche), scrisse: “Quando questa Aquila si levava dalla Colonna di detta Piazza, gl’astanti replicavano, si leva l’Aquila, ma vi rimane l’ovo”.

Alla fine del 1799 l’Aquila tornò al suo posto e, sempre il Fiandrini, annotò che da quell’uovo ne uscì “…un’aquila più trionfante, ripulita e ridorata la corona e gli artigli”.

IL CARDINALE CAETANI E IL PORTO CANDIANO

Come già accennato il Cardinale Caetani, nel 1606, fece escavare la foce del Porto Candiano. Ne finanziò personalmente le spese. Il Candiano collegava il cuore della città all’estremità settentrionale della Valle Candiana, fino all’altezza dell’attuale Torraccia.

La Torraccia (Ravenna)
La Torraccia (Ravenna) | Foto © Condifesa Ravenna.

Il canale Candiano proseguiva poi curvando all’altezza di Ponte Nuovo e percorreva tutta l’attuale Via Cesarea. L’opera fu proseguita, ottimizzata e ampliata dai successori del Caetani, permettendo così a Ravenna di sollevarsi da una grande crisi.

Nel 1652, il canale prese il nome di Canale Pamphilio, in onore di Papa Innocenzo X Pamphili, e la sua darsena sorgeva tra Via Cesarea e Via Tevere, toccando l’attuale Porta Nuova.

Il porto canale fu poi abbandonato per il passaggio dei Fiumi Uniti, in seguito alla diversione del Ronco e del Montone nel 1673, e per il successivo nuovo progetto del Canale Corsini, battezzato dai ravennati, per abitudine, il Candiano.

IL PONTE SOTTERRANEO

Negli anni ’80, durante dei lavori di manutenzione, in Piazza dell’Aquila è rinvenuta la testa occidentale di un ponte romano. Con tutta probabilità permetteva di attraversare il Padenna, tombato in epoca veneziana forse sotto la podesteria di Niccolò Giustinian (1467-1469).

Il ponte era costituito da grandi blocchi di calcare bianco veronese e occupava buona parte dell’area in cui oggi si erge il Palazzo del Comune. Il versante orientale del ponte è stato individuato tra le colonne di Piazza del Popolo e il portico del Comune.

Alessandra  Bollini

Alessandra Bollini

I tre capisaldi: Dante, le storie nell'arte e raccontarle.

A cura della Redazione Locale
E-mail: turismo@comune.ravenna.it

Data pubblicazione: 8 Luglio 2024
Data revisione: 11 Luglio 2024

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