La PIATTAFORMA PAGURO venne costruita dall’AGIP tra il 1962 e il 1963 al largo della costa di Lido Adriano. Il suo scopo era quello di perforare pozzi per l’estrazione di gas metano nel Mare Adriatico. A settembre del 1965 però la piattaforma esplose e si inabissò per 25 m, costando la vita a tre persone.
Nonostante l’evento tragico a cui è legato, il relitto, rimasto in mare, si è trasformato nel tempo in una sorta di reef artificiale, attorno cui si è sviluppata una ricchezza di vita eccezionale.
UN’OASI DI BIODIVERSITÀ
Oggi è divenuto uno dei più importanti centri di biologia marina di tutto l’Adriatico, fino ad essere nominato nel 2010 Sito d’interesse Comunitario della Regione Emilia-Romagna.
Nell’area della piattaforma è possibile incontrare molti invertebrati come stelle marine, ricci di mare e stelle serpentine.
Miriadi di pesci di ogni genere hanno stabilito qui la loro dimora e, immergendosi, è facile incontrare specie tipiche dei fondali rocciosi come corvine, occhiate, mormore, scorfani neri, spigole e gronghi.
I turisti subacquei potrebbero persino avvistare la medusa cassiopea, la più grossa del Mediterraneo, ma anche imbattersi nei tanti astici, aragoste e galatee di ogni taglia.
Scendendo ulteriormente è possibile incontrare banchi di pesce azzurro, boghe, sgombri, sarde, palamiti, cefali, branzini, ricciole. Non è raro incontrare anche qualche delfino, avvicinatosi alla ricerca di cibo.
Sul fondale fangoso attorno al relitto è possibile osservare anche esemplari di pinna pectinata, celenterati, attinie e cerianti.
Per regolamentare le immersioni e salvaguardare la zona di tutela biologica è stata istituita nel 1995 l’Associazione Paguro.
Oggi, insieme ad altri reef naturali e artificiali, il relitto del Paguro è al centro del progetto europeo AdriReef, che ha l’obiettivo di incentivarne la valorizzazione attraverso la cosiddetta “economia blu“, e di incoraggiare la ricerca scientifica su questi siti.
Esplora QUI il relittto della Piattaforma Paguro.