Ravenna e i suoi corsi d’acqua sono assai presenti nella Commedia di Dante che, proprio a Ravenna, trascorse gli ultimi anni della sua vita.
Sono numerose le menzioni dell’elemento fluviale fatte dal Sommo Poeta, sia con la citazione esatta del toponimo dei corsi d’acqua, sia attraverso evocazioni e suggestioni poetiche: celebre è, ad esempio, il nostalgico ricordo di Francesca nel canto V dell’Inferno “Siede la terra dove nata fui / su la marina dove ‘l Po discende / per aver pace co’ seguaci sui”.
Fiume Reno
Il Reno, con i suoi 211 km, è il fiume più lungo dell’Emilia-Romagna, dopo il Po.
Il Reno è un fiume importante e vitale che nasce in Toscana, in provincia di Pistoia, e sfocia nel mare Adriatico all’altezza di Casal Borsetti, bagnando le province di Pistoia, Prato, Firenze, Bologna, Modena, Ferrara e Ravenna.
È stato luogo strategico dove far sorgere città e villaggi e, ad oggi, lungo le sue rive abitano quasi due milioni di persone.
Il suo corso è costeggiato da dense e produttive zone industriali e vaste e fertili distese agricole dove crescono specialmente alberi da frutto.
Da sempre, per la sua collocazione geografica e l’importanza strategica che gioca, ha svolto la funzione di cerniera fra Nord e Centro Italia, consentendo un sicuro passaggio tra Pianura Padana e bacino dell’Arno.
Canale in Destra Reno
Il canale in destra di Reno è un canale di bonifica di 37 km che deriva il suo nome dalla sua posizione: scorre infatti circa 1 km a sud del fiume Reno, seguendone il percorso fino alla foce.
Costruito a fine Ottocento per raccogliere le acque di scolo della provincia di Ravenna, il canale è oggi fondamentale per l’irrigazione dei campi ed è spesso meta di pescatori per le numerose specie ittiche che lo popolano.
Tra esse si possono trovare soprattutto il siluro, la carpa ed il cefalo, quest’ultimo soprattutto in prossimità della foce.
All’inizio degli anni 2000, in prossimità del centro abitato di Casal Borsetti, è sorto il porto turistico di Marina di Porto Reno, connesso al mare proprio tramite l’ultimo tratto del canale.
L’accesso al porto è consentito grazie ad un ponte pedonale levatoio vicino alla spiaggia.
Fiume Lamone
Il fiume Lamone percorre Toscana e Romagna per sfociare nei pressi di una suggestiva duna costiera che si trova al confine con la Pineta di San Vitale. Nell’ultimo tratto lo affianca un percorso segnato di 35 km che permette di scoprire le bellezze che sorgono tutt’intorno ai suoi argini.
È un viaggio tra passato e presente, tra storia e natura: la pianura rigogliosa, le valli bonificate, le lagune salmastre, la secolare Pineta di San Vitale, la foresta allagata di Punte Alberete. In questi luoghi è possibile osservare splendidi esemplari di diverse specie di avifauna acquatica.
Lungo il tragitto sorgono anche importanti siti storico-culturali, come Palazzo San Giacomo a Russi e il Museo della Civiltà Palustre a Villanova di Bagnacavallo.
Fiumi Uniti
Fiumi Uniti è il corso d’acqua, lungo circa 12 km, che nasce dall’unione dei fiumi Ronco e Montone.
Nel XIII secolo questi due corsi d’acqua arrivavano molto vicini alle mura di Ravenna, circondandola per poi unirsi e gettarsi nel mar Adriatico. Questa vicinanza al perimetro urbano causò diversi problemi alla città, che fu colpita da numerose inondazioni.
Nel 1700 fu allontanata la confluenza del Ronco e del Montone a 2 km a sud della città con la costruzione della chiusa di San Marco per scongiurare nuove esondazioni nel perimetro urbano.
Dalla chiusa, ancora esistente, venne realizzato un canale artificiale con l’obiettivo di far affluire il Ronco nel canale Panfilio, per poi sfociare in mare.
In seguito altri lavori portarono alla realizzazione del nuovo canale, chiamato Corsini in onore del papa regnante all’epoca dei lavori, anche se per tutti i ravennati si chiama Canale Candiano.
Torrente del Bevano
Il Bevano, le cui sorgenti si trovano nei pressi di Bertinoro (FC), è un torrente compreso tra il corso di Fiumi Uniti a nord e quello del Savio a sud.
Il fiume scorre, appena entrato nel Comune di Ravenna, lungo un tratto in cui, anticamente, era presente una grande palude, la Valle Standiana, bonificata all’inizio del 1900.
Poco oltre, vicino alla costa, si trova la Valle dell’Ortazzo, sito naturalistico di grande interesse anche dal punto di vista ornitologico: qui, infatti, oltre ai resti dei meandri abbandonati dell’Ortazzino, si possono osservare fenicotteri, aironi e cavalieri d’Italia.
La zona della foce del Bevano, ricompresa all’interno del Parco del Delta del Po per un’area di circa 40 ettari, rappresenta un paradiso incontaminato di rara bellezza: in questa fascia di terra dove il torrente si riversa nell’Adriatico si è preservato un equilibrio tra acqua dolce di fiume e acqua salmastra di mare, fatto di dune sabbiose, pinete e zone umide di grande rilevanza per la biodiversità.
Fiume Savio
Il fiume Savio ha origine in Toscana, più precisamente nel massiccio del Monte Fumaiolo, dove nasce con il nome di Fosso Grosso.
Comincia ad esser chiamato Savio solo dopo aver superato il confine regionale: da qui, il suo corso attraversa i centri di Bagno di Romagna e di San Piero in Bagno formando poi, qualche chilometro più a valle, il bacino artificiale di Quarto. Infine arriva presso Cesena, dove attraversa il centro cittadino per poi entrare nella provincia di Ravenna.
Giunto a questo punto il fiume forma un’ampia serie di meandri sino a giungere tra le località di Lido di Classe e Lido di Savio, dove sfocia nel Mar Adriatico.
La sorgente del Savio, dalla fine del XX secolo, è segnalata da un monumento in ferro su cui spiccano l’immagine del lupo, simbolo di Montecoronaro, e gli anelli della caveja, simbolo della Romagna, emblemi dei territori che il fiume attraversa.
Tutt’attorno al fiume sorge l’omonimo parco naturale, che ospita un’ampia varietà di uccelli e mammiferi selvatici.
Nei pressi di Sarsina è possibile visitare le imponenti Marmitte dei Giganti, cavità naturali comunicanti tra loro, costruite dal vorticoso scorrere delle acque.