UN PERCORSO TRA STORIA, ARCHITETTURA E ARTE SACRA NELLA CAMPAGNA RAVENNATE
Poco a Sud di Ravenna, in un triangolo di territorio che presenta ancora segni evidenti dell’antica centuriazione romana, si trovano alcune pievi molto interessanti e ben conservate.
Grazie anche all’intervento dell’Imperatrice Galla Placidia, vissuta nel V secolo e fervente devota, vennero infatti costruite decine, forse centinaia di questi edifici sacri, molti dei quali a partire da preesistenti templi pagani. Dotando anche i villaggi e i paesini di questi santuari, la sovrana intendeva fornire ulteriori punti di riferimento ai fedeli per diffondere il Cristianesimo nei vasti territori attorno alle grandi città.
Con un itinerario di qualche decina di chilometri tra le campagne ravennati è possibile scoprire queste costruzioni caratteristiche, ognuna delle quali conserva un antico segreto.
LA PIEVE DI SAN BARTOLOMEO A SAN ZACCARIA
Partiamo dalla pieve più “lontana” da Ravenna, che si trova circa 18 chilometri a sud, lungo la via Dismano, in direzione Cesena. Appena fuori dal paesino di San Zaccaria ci accoglie l’imponente campanile romanico dell’XI secolo, simbolo intermedio delle varie fasi di ampliamento della chiesa.
L’edificio attuale infatti venne realizzato in gran parte alla fine del ‘700, mentre la pieve originaria fu costruita tra il V e il VI secolo, sui resti di una villa di epoca tardo-romana, come sappiamo da alcuni documenti risalenti a poco prima dell’anno Mille. L’edificio doveva trovarsi al tempo al centro di un agglomerato più vasto, dato che gli archeologi hanno svelato alcune costruzioni medievali limitrofe tra cui una fornace per la fusione dei metalli e un piccolo cimitero.
Anche questa pieve, come molte altre della zona del “Decimano” che risaliva la Romagna tra il Ronco e il Savio, presenta una struttura interna a tre navate, sostenute da colonne di mattoni con sullo sfondo un’abside semicircolare ma pentagonale all’esterno. Una serie di opere, ora scomparse ma presenti fino a tutto il XVII secolo, testimoniavano la ricchezza e l’importanza di questa chiesa per l’intera zona.
LA PIEVE DI SAN CASSIANO IN DECIMO A CAMPIANO
Spostandosi leggermente verso nord, si incontra l’abitato di Campiano. Qui si trova la splendida pieve di San Cassiano in Decimo, nome dovuto alla posizione non casuale del paese al decimo miglio della centuriazione romana che faceva capo all’attuale Forlimpopoli.
Il santo Cassiano di Imola, insegnante e martire vissuto nel III secolo, pur non essendo mai transitato per queste terre fu notevolmente venerato anche in zona, come testimoniano ad esempio le raffigurazioni presenti nei mosaici di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna. Non stupisce pertanto che alcune chiese minori siano a lui dedicate, come in questo caso.
La pieve, citata fin dall’anno 896, è affiancata da un campanile romanico interessantissimo, impreziosito da ceramiche policrome bizantine e da un frammento della statua detta “la Bartolla”, una parziale rappresentazione pagana del dio Apollo. All’interno l’unica navata e l’abside semicircolare ospitano elementi marmorei appartenenti ad epoche diverse, ulteriore testimonianza della stratificazione architettonica di questa tipologia di edifici.
LA PIEVE DEI SANTI PIETRO E PAOLO A SAN PIETRO IN TRENTO
La pieve intitolata ai Santi Pietro e Paolo si trova a San Pietro in Trento, così chiamato poiché sorge all’altezza di quello che fu il trentesimo miglio del decumano che percorreva le campagne nella parte nord del forlivese.
Di questa imponente chiesa abbiamo una citazione in documenti del X secolo anche se, con ogni probabilità, la sua fondazione risale al secolo V. Molti sono gli elementi architettonici presenti, tipici delle pievi poste nel territorio circostante: la pianta a tre navate, l’interno essenziale, la facciata con mattoni a vista scandita da lesene, la bifora che alleggerisce l’ingresso, l’interno semplice e il campanile, che venne tuttavia ricostruito interamente dopo i bombardamenti tedeschi della seconda guerra mondiale.
Peculiari sono invece la forma della pianta, a rettangolo scaleno, e soprattutto la suggestiva cripta in stile oratorio, con volte a crociera, situata sotto l’abside rialzata, che ricorda quella della Basilica di San Francesco a Ravenna. Al suo interno, come nella parte interna della facciata, sono visibili frammenti di affreschi risalenti al XV secolo.
LA PIEVE DI SANT’APOLLINARE IN LONGANA
Ultima tappa di questo percorso tra storia, architettura e arte sacra è la pieve di Sant’Apollinare di Longana, a soli 5 km da Ravenna, lungo la strada che conduce a Forlì. Alcune ricerche hanno portato a formulare l’ipotesi che questa chiesa sorga nel luogo in cui vennero ospitate inizialmente le spoglie di Apollinare, primo vescovo della città, poi martire.
Ma l’edificio attuale, datato XI secolo, presenta un altro dettaglio eccezionale. L’ingresso della navata principale non è difatti rivolto a occidente, come in tutte le altre chiese, ma a oriente, dove solitamente si trova l’abside.
Alcuni scavi hanno portato alla conclusione che questo inconsueto orientamento sia frutto di modificazioni successive alla fondazione della chiesa. Questi cambiamenti si resero necessari nei secoli a causa delle mutazioni dei corsi d’acqua, assai frequenti nella pianura romagnola.