Galla Placidia, celebre figlia dell’imperatore Teodosio fu una donna colta e raffinata.
Moglie, amante e madre, governò con grande lucidità gli ultimi splendori del regno spostandosi tra Costantinopoli, Roma e Ravenna.
Era una donna molto fedele e viene attribuita a lei la costruzione di numerosi edifici sacri a Ravenna, Milano e Roma.
I cittadini di Ravenna la amavano così tanto da venerarla come una santa.
La storia
Galla Placidia nacque nel mondo antico e morì nel Medioevo. Venne alla luce intorno al 390 d.C. a Costantinopoli e seguì fin da subito il padre, l’imperatore Teodosio I, in Italia.
La vita e la spensieratezza della giovane venne presto sconvolta da due tragedie: nel giro di pochi mesi la madre morì di parto e il padre si ammalò morendo anche lui dopo poco.
La prima apparizione pubblica di Placidia fu dunque un evento tragico: una bambina di circa quattro anni, già orfana di madre, che assisteva al funerale del padre.
Rimase in Italia e fu affidata a una cugina paterna.
Si trasferì a Roma e qui rimase anche quando la città fu stretta d’assedio dai Visigoti nel 408 d.C. Dopo due anni di assedio, nel 410 d.C., i barbari riuscirono a entrare in città, saccheggiandola.
Fu un evento straordinario. Roma era stata inviolata per quasi 800 anni e la notizia fece rapidamente il giro dell’Impero, traumatizzandolo.
Galla Placidia, giovane e bellissima, fu catturata e portata al cospetto del re dei Goti. Sembra che re Alarico fosse rimasto affascinato dalla bellezza della nobile fanciulla, che divenne presto la sua amante.
Galla rappresentava inoltre un ostaggio molto prezioso, essendo la figlia dell’ultimo Imperatore romano.
Insieme a Galla Placidia, i Goti si diressero alla volta dell’Africa, ma pare che appena fuori del porto di Reggio una terrificante tempesta distrusse la flotta. Il Re dei Goti Alarico morì, mentre Galla Placidia si salvò.
Il comando delle truppe passò quindi in mano ad Ataulfo, che decise di sposare Galla Placidia.
Onorio, fratello di Galla Placidia, non era d’accordo con il matrimonio ma Ataulfo portò comunque Galla Placidia con sé durante la campagna successiva verso la Gallia.
Placidia rimase a lungo prigioniera, ma nel 414 d.C. acconsentì a sposare Ataulfo: quattro anni dopo il rapimento i due si sposarono.
Era vero amore quello tra Galla Placidia e Ataulfo?
Ataulfo trattava con grande rispetto e devozione la sua sposa. Era una donna molto forte e se avesse voluto sottrarsi a lui avrebbe sicuramente trovato il modo per farlo.
Il primo matrimonio di un’erede imperiale con un barbaro fu un evento epocale. Galla Placidia sedeva su un trono indossando gli abiti da imperatrice Romana, Ataulfo era accanto a lei in posizione subordinata, riconoscendo alla moglie il ruolo di maggior importanza.
Dopo il matrimonio, i due ebbero un figlio che la coppia decise di battezzare con il nome del nonno: Teodosio. Il bambino morì pochi mesi dopo per cause naturali. Fu una perdita che Galla non dimenticò mai.
Poco dopo anche Ataulfo morì assassinato. Al suo posto salì al trono Sigerico, ostile da subito a Placidia, che la umiliò obbligandola a camminare per 12 miglia in processione davanti al suo cavallo.
Sigerico fu presto sostituito da Vallia, che chiese all’Impero un cospicuo riscatto per la libertà di Galla Placidia.
Il fratello Onorio pagò il riscatto e così Galla Placidia tornò a Ravenna dopo 5 anni passati con i Visigoti.
A Ravenna Onorio si preoccupò di trovare un (nuovo) marito per la sorella, facendola sposare con il generale ungaro-croato Flavio Costanzo.
Galla Placidia non accettava di vivere subordinata nel ruolo della buona moglie a casa e aiutò il marito a regnare grazie ai suoi preziosi consigli strategici.
Nel 421 d.C. anche il secondo marito morì e Galla Placidia rimase sola coi suoi due figli, Valentiniano e Onoria. Un destino decisamente crudele: due mariti, due bare.
Galla Placidia a Ravenna
Insieme ai figli, Galla raggiunse Costantinopoli, ma, in seguito alla morte del fratello Onorio, dopo un paio di anni dovettero mettersi nuovamente in viaggio, questa volta in direzione di Ravenna.
Ed è proprio a Ravenna che Galla Placidia divenne reggente del figlio Valentiniano, il nuovo imperatore d’Occidente.
Le redini dell’Impero passarono a lei, in qualità di tutrice del figlio che aveva solo sei anni.
Governò con grande astuzia ed equilibrio utilizzando la diplomazia, ma anche la forza.
Nel 450 d.C. morì a Roma e venne sepolta all’interno del mausoleo Onoriano eretto per ospitare i resti dell’imperatore Onorio e della sua famiglia.
Fu una donna molto forte, in grado di gestire il potere e governare con astuzia restando sempre molto credente e pronta a contrastare le eresie.
Della coerenza di fede di Galla Placidia è rimasta ampia testimonianza soprattutto a Ravenna, dove si trova il Mausoleo a lei intitolato.
È curioso osservare che l’unico ritratto che si trova a Ravenna dell’imperatrice non è custodito nei mosaici del suo mausoleo bensì nel monumentale portale marmoreo della Basilica di San Giovanni Evangelista.
La basilica di San Giovanni Evangelista fu edificata intorno al 426 d.C. per volontà della stessa Galla Placidia, come voto al santo protettore dei naviganti, dopo essersi salvata assieme ai suoi figli da una terribile tempesta in mare mentre era in viaggio da Costantinopoli a Ravenna.