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Street art in Darsena

Da alcuni anni l’arte si è fatta strada nell’antica capitale bizantina, andando ad occupare quartieri che fino a poco tempo fa si trovavano ai margini del centro storico.

È iniziato così uno straordinario progetto di rigenerazione urbana che ha trovato nella street art una delle possibili valvole di sfogo e rilettura della contemporaneità.

In poco tempo i muri di Ravenna hanno cambiato pelle, o meglio hanno cambiato colore. Dalla Darsena a Porta Adriana, dallo Stadio alla Rocca Brancaleone, la città si è trasformata in un vero e proprio museo a cielo aperto con opere di artisti italiani e internazionali.

Nel 2010 il Comune di Ravenna ha avviato un percorso di valorizzazione del writing urbano con la promozione del progetto Valorizzazione della street art e del writing urbano: “RigenerArte – writing urbano in Romagna”.

Poco tempo dopo, dal 2014 in poi, il Festival Subsidenze (curato da Marco “Bonobolabo” Miccoli dell’Associazione Indastria, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Ravenna) ha accolto e ospitato in città artisti provenienti da tutto il mondo, venuti a Ravenna proprio per lasciare un segno.

Con più di ottanta opere sparse in tutta la città, oggi Ravenna può essere considerata una piccola capitale della street art, punto di riferimento a livello nazionale.

La graffiti art è sempre disponibile. I murales sono di tutti. La Darsena di Ravenna è una galleria diffusa di arte moderna, da visitare in ogni momento.

Street Art, Basik - The Incredulity of St. Thomas towards Modern Art (Ravenna)
Street Art, Basik – The Incredulity of St. Thomas towards Modern Art (Ravenna) | Foto © Archivio Comune di Ravenna

La Darsena e la street art

Sempre più persone, soprattutto tra le fasce dei più giovani, vengono a Ravenna per ammirare da vicino i suoi bellissimi murales. Il quartiere Darsena/Gulli è senza dubbio quello che ne ospita il maggior numero.

In questa area densamente popolata, in bilico tra l’archeologia industriale e l’edilizia popolare degli anni ‘70, sono presenti tantissime opere d’arte muraria.

Un giro a piedi nell’arte

Il giro da fare in Darsena alla scoperta dei murales è molto carino. Basta una semplice passeggiata a piedi, in sella a una bici o al volante di un monopattino per rendersene subito conto.

Tre i punti di riferimento per orientarsi: il Canale Candiano e tutta la zona attorno all’Almagià e il Darsena PopUp, Via Trieste e Via Tommaso Gulli.

Il consiglio è di fare una sorta di percorso ad anello. Ci vogliono all’incirca 2h per completarlo, se ci si muove a piedi.

Partite dalla testata della Darsena, raggiungete prima Via Grado, poi a quella che è stata recentemente definita la “Cittadella della street art”, ovvero un complesso popolare in Via Gulli, di fronte al parcheggio del Pala de Andrè. Ritornate quindi su Via Trieste, e infine affacciatevi nuovamente sulla banchina della Darsena.

Quali artisti si incontrano in Darsena

Lungo queste strade si può ammirare una moltitudine di opere – alcune autorizzate, altre meno – realizzate da artisti come EricailcaneBastardillaMilloJim AvignonBasikPixel PanchoQbicTellasCamilla FalsiniZed1DziaHopeDissenso CognitivoGeometric BangAbout PonnyReve +Exit Enter e tanti altri.

Ericailcane

Ericailcane (Ravenna) - "P.G.R." ovvero "Per Grazia Ricevuta"
Street Art, Ericailcane (Ravenna) – “P.G.R.” ovvero “Per Grazia Ricevuta” | Foto © darsenaravenna.it

“P.G.R.” ovvero “Per Grazia Ricevuta” è l’enorme opera realizzata da Ericailcane sui mattoni dell’ex mangimificio Mosa lungo via Salona.

Un enorme mostro d’acqua serpeggia sulla grande parete del Mangimificio Martini in via Solona, frutto di quel processo di candidatura che aveva quasi portato Ravenna a diventare Capitale della Cultura Europea 2019.

Guardarlo da vicino è impossibile viste le dimensioni (24 x 36 metri). Il consiglio, allora, è di allontanarsi di qualche centinaio di metri per godersi la sua vista affacciati sul Canale Candiano.

L’opera è di Ericailcane, uno degli street art italiani più conosciuti al mondo, al pari dell’amico e collega BLU.

In compagnia del serpente marino c’è una barca di poveri topi che, sventolando una bandiera bianca al vento, chiedono la resa per potersi mettere al riparo dei pericoli della modernità.

Dzia

Linee vorticose e un tratto ben delineato. È questo lo stile inconfondibile dell’artista belga Dzia. In via Magazzini Posteriori stanno appollaiati alcuni dei suoi lavori.

Un piccolo raduno di volatili, che paiono prendere vita dai mosaici delle basiliche bizantine.

Jim Avignon

Un enorme vaso ricopre l’intera facciata di un palazzo nel cuore del quartiere più multietnico di Ravenna. I suoi fiori profumano di integrazione con facce di donne e uomini, maschere africane, scheletri col cappellino, gatti e molto altro.

L’opera è stata realizzata da Jim Avignonquotato street artist originario di Monaco di Baviera, uno dei primi a dipingere sui resti del muro di Berlino dopo la riunione delle due Germanie.

A Ravenna, a lui e alla sua opera, Sky Arte ha dedicato una puntata della serie MURO a cura di David Diavù Vecchiato.

Pixel Pancho

Spostandoci verso la Cittadella della Street art di Via Gulli 249, si incontrano molte opere stupende e – spesso – molto grandi. Una su tutte: The Last Kiss del torinese Pixel Pancho, un talentuosissimo street artist che ha fatto dei robot il mondo e il modo per esprimere il suo spirito creativo.

Visibile su via Trieste e realizzata per il Festival Subsidenze del 2015, rappresenta due figure robotiche avvolte da una pianta rampicante mentre si lasciano andare in un bacio. Una rappresentazione sentimentale da parte di due macchine con fattezze umane, che spingono lo spettatore a riflettere sulle emozioni andando oltre alle parti meccaniche che compongono i soggetti.

QBIC

Personaggio estroverso il kazako Rustam Qbic. Artista prima ancora di essere illustratore e designer, a Ravenna ha realizzato un’immagine perfettamente calata nel quartiere che la ospita.

Un’opera onirica, raffigurante grandi uccelli bendati in volo verso il tramonto, guidati da personaggi incappucciati: un omaggio a chi parte, senza una meta, alla ricerca di una vita migliore.

About Ponny

Volti di persone e un’intensa ricerca di sé stesso. Queste sono le principali caratteristiche al centro dell’opera del bolognese About Ponny.

Su una parete nei pressi dell’Almagià, è impresso il mezzobusto di un pompiere dallo sguardo fiero e pieno di speranza. Poco distante una ragazzina di colore riccia abita un muro decorato da farfalle nere e rosse. Il suo sguardo e la sua espressione trasmettono emozione e speranza.

La cittadella della Street Art

Per l’edizione 2019 del Festival Subsidenze i due street artist Ericailcane e Bastardilla hanno realizzato in Via Gulli 249 quello che ad oggi è divenuto l’ingresso della cosiddetta “Cittadella della Street Art”.

L’edizione del 2020 del Festival si è realizzata in gemellaggio con il comune di Mantova, dando vita al progetto “Virgilio e Dante 4.0, nuove storie antichi maestri”, in onore del Sommo Poeta e dei ‘700 anni dalla sua morte.

Tra i tanti ospiti (come Ericailcane, Bastardilla, Zed1, etc), qui troviamo l’arte visionaria di Millo che per omaggiare il Sommo Poeta questa volta ha pensato di raffigurare un Dante e un Virgilio bambini intenti a giocare con alcuni oggetti iconici legati al loro viaggio nell’aldilà.

Street Art, Basik - The Incredulity of St. Thomas towards Modern Art (Ravenna)
Street Art - Millo
Street Art, Ericailcane (Ravenna)
Street Art, Dzia (Ravenna)
Street Art - Qbic
Street Art - Ericailcane
Basik - The Incredulity of St. Thomas towards Modern Art (Ravenna) | Foto © Archivio Comune di Ravenna
Millo - At the beginning of the journeys of our lives (Ravenna) | Foto © Archivio Comune di Ravenna
Ericailcane (Ravenna) | Foto © Archivio Comune di Ravenna
Dzia (Ravenna) | Foto © Archivio Comune di Ravenna
Qbic (Ravenna) | Foto © Marco "Bonobolabo" Miccoli
Ericailcane (Ravenna) | Foto © Archivio Comune di Ravenna
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Basik - The Incredulity of St. Thomas towards Modern Art (Ravenna) | Foto © Archivio Comune di Ravenna
Millo - At the beginning of the journeys of our lives (Ravenna)  | Foto © Archivio Comune di Ravenna
Ericailcane (Ravenna) | Foto © Archivio Comune di Ravenna
Dzia (Ravenna) | Foto © Archivio Comune di Ravenna
Qbic (Ravenna) | Foto © Marco "Bonobolabo" Miccoli
Ericailcane (Ravenna) | Foto © Archivio Comune di Ravenna
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Basik

Sempre nella Cittadella, in via Tommaso Gulli 253, Lucio “Basik” Bolognesi, ha realizzato l’opera intitolata ‘The Incredulity of St. Thomas towards Modern Art‘.

Un omaggio dichiarato al “Grande Ferro R” di Alberto Burri, una scultura in acciaio site-specific realizzata nel 1990 dal grande artista e ospitata nel cortile del Pala de Andrè, a poche centinaia di metri distanza.

Non solo una celebrazione, ma anche una critica allo stato di conservazione e valorizzazione dell’arte contemporanea. L’invito di Basik è di toccare con mano – come fece San Tommaso – per verificarne la situazione.

In questo caso, come per altri in città (ad esempio l’opera di Camilla Falsini poco lontano) si può fare ricorso alla la realtà aumentata scaricando l’applicazione gratuita ARIA The AR Platform.

Dissenso Cognitivo

Vicino agli uccelli di Dzia troviamo un altro grande uccello, ma dallo stile decisamente diverso. Composto da carne e metallo, con ali spiegate e dalle anatomie modificate, è una delle tante opere di Dissenso Cognitivo presenti in città.

Altri due suoi lavori si trovano in via Almagià. Ossa e parti meccaniche si uniscono creando due ‘figure futuristiche e disumanizzate’. L’esasperazione – qui al massimo – della combinazione fra umano e robotico. Altre opere ancora lungo il Canale Candiano, in via d’Alaggio. Sapreste riconoscerle?

AA.VV.

In Darsena ci si può arrivare attraverso il sottopassaggio che da viale Pallavicini (accanto alla stazione dei treni) conduce a Piazzale Aldo Moro.

Nel 2014 sono stati selezionati diversi artisti emiliano-romagnoli per realizzare dei “pezzi” lungo questo tunnel. Si è creato così un collegamento colorato e variegato dal centro storico all’acqua di mare.

Un passaggio spazio-temporale e caleidoscopico verso uno dei nuovi “centri” della città.

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