PORTA SAN MAMANTE (o San Mama) si trova a sud della città tra Via Baccarini, Via Bastioni e Via San Mama, nei pressi della vicina Porta Sisi.
In origine questi due accessi alla città erano separati solo dal passaggio del fiume Padenna che usciva dal centro urbano proprio in questo tratto delle mura.
Anche se alcune fonti confermano che si tratti di una delle porte più antiche di Ravenna, con molto probabilità fu edificata attorno all’XI secolo perché viene ricordata nello statuto patrio come “nuova”.
La denominazione “San Mama” è dovuta alla figura di San Mamante che, un tempo, era il nome del santo a cui era intitolata l’omonima chiesa poco distante, demolita per ordine di Papa Leone X.
L’aspetto attuale della porta risale a un intervento promosso nel 1613 dal Cardinale Legato Domenico Rivarola, come riporta l’iscrizione della lapide posta nell’attico al di sopra dell’arco e sorretta da due leoni rampanti: “S. P. Q. RAV. Portam hanc Prisca potentiae monumentum temporis iniuria collapsam hostiumque incursionibus devastam erigi aperiri MDCXIII”.
Durante il papato di Paolo V fu abbellita di marmi, cornici e pilastri e denominata anche Porta Borghesia, dal nome della famiglia Borghese, principi di Roma, cui il pontefice apparteneva.
Non mancò però anche di essere nominata Porta del Molino per via che nei sui pressi si trovava anche il grande molino dei Polentani, poi andato distrutto.
In dialetto locale, oggi, è chiamata “i basciòn” (i bastioni), a ricordo di una grande fortificazione che si trova al fianco della porta.
L’attuale struttura in laterizio e in pietra d’Istria è dotata di due pilastri con capitelli di ordine tuscanico su zoccolo a sostegno di un massiccio architrave.