Lungo il tratto di mura cittadine che da Porta Adriana conduce a Porta Serrata, in corrispondenza dell’attuale tracciato di Via San Vitale, spiccano i resti di PORTA TEGURIENSE (o anche citata come Porta S. Vitale o Porta di Odoacre).
Questo ingresso cittadino deve il suo nome al fiume Tegurio, oggi chiamato Lamone, che anticamente scorreva proprio lungo questo tratto di cinta.
La porta costituiva il principale accesso alla zona monumentale della città.
Viste le dimensioni (circa 5 metri) e la particolare posizione, in collegamento diretto con gli edifici religiosi di Santa Croce e di San Vitale, rappresentò durante il periodo goto e bizantino uno degli ingressi più antichi e importanti di Ravenna.
Quando nel 402 d.C. Ravenna divenne Capitale dell’Impero Romano d’Occidente, l’imperatore Onorio fece ampliare il primo circuito murario, sacrificando gran parte dell’impianto repubblicano, costruito durante il conflitto con Annibale.
La porta dunque appartiene alla straordinaria attività di edificazione tra V e VI sec. d.C. a cui si deve la presenza dei monumenti Unesco inseriti nella Lista del patrimonio dell’Umanità, successivamente rimaneggiata e modificata.
Della fase più antica, datata tra il V e il IX secolo d.C., oggi rimangono tracce dell’arco esterno in direzione ovest, i resti dei bastioni ai due lati e la scarpa del torrione quadrangolare verso via San Vitale.
Fonti storiche e leggendarie riconoscono proprio nella Porta Teguriense il luogo di passaggio dell’esercito degli Eruli, sotto la guida del loro comandante Odoacre che, il 2 settembre del 476 d.C., entrò a Ravenna mettendo a sacco la città e conquistandola.
Alcuni giorni dopo, l’Imperatore romano d’Occidente Romolo Augusto abdicò a favore di quest’ultimo, ponendo termine così ad oltre 1200 anni di dominio romano in Italia: la cosiddetta caduta dell’Impero Romano d’Occidente.
La struttura in gran parte interrata è stata sottoposta a un recente lavoro di recupero e restauro inserito in un più vasto programma di valorizzazione della cinta muraria di Ravenna.