Il centro di Ravenna ha una stratificazione millenaria fatta di storia ed edifici che testimoniano la sua lunga esistenza.
Attorno al nucleo primordiale della città si trovano ancora oggi – a volte ben visibili, a volte difficili da scovare – i resti delle antiche mura difensive.
Come molti centri scivolati sotto l’influenza romana, anche Ravenna in età Repubblicana fu dotata di una cinta muraria in occasione del conflitto con Annibale (fine del III secolo a.C.).
Quando la città divenne capitale dell’Impero Romano d’Occidente nel 402 d.C., l’imperatore Onorio decise di ampliare ulteriormente il circuito murario, soppiantando il precedente.
Con i suoi 9 metri di altezza e 2 metri e mezzo di spessore, le fortificazioni ravennati dovevano essere al tempo inferiori per imponenza solo a quelle di Milano e Roma.
Una volta conclusosi il periodo d’oro della città (V-VII sec. d.C.), a partire dal Medioevo le mura furono rafforzate con torrioni, nuove porte d’accesso e anche una rocca, e infine progressivamente smantellate e inglobate nel tessuto cittadino.
Alla scoperta delle mura
Oggi è possibile ammirare e scoprire le mura di Ravenna e i loro segreti con un gustoso percorso ad anello da poter affrontare sia a piedi che in bicicletta: circa 5 km di strada attraverso 23 secoli di Storia.
Un punto di partenza ottimale è Porta Teguriense, datata tra il V e il IX secolo d.C., che presenta ancora tracce dell’arco esterno, dei bastioni ai due lati e della scarpa del torrione quadrangolare.
Poco oltre, proseguendo in senso antiorario lungo Via Mura di San Vitale, si raggiunge Porta Adriana, una della più belle e monumentali della città.
Oltre Viale Baracca, dopo aver scorto sulla sinistra la Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, dotata di una torre di guardia medievale, si giunge in Via Oberdan da dove parte un tratto percorribile proprio sopra le mura.
Ombreggiato da lecci e cipressi e adornato di bosso e biancospino, il camminamento conduce alla chiesa della Madonna del Torrione, costruita sulle fondamenta della Torre Zancana.
Il sentiero scende in Via Cura, attraverso una breve gradinata, e proseguirebbe dall’altra parte della strada ma questo tratto è al momento chiuso per lavori di recupero.
In alternativa è possibile proseguire a sinistra lunga la via e voltare a destra in Via San Pietro Crisologo oppure, più breve, lungo Circonvallazione al Molino.
S’incontrano quindi i resti della Porta Aurea, che segnava l’inizio dell’antico decumano romano. Da qui comincia la porzione più lunga delle mura, dove è possibile scorgere, nella diversità dei materiali utilizzati, il tracciato dell’antica merlatura, segno dell’opera voluta da Valentiniano III.
Superato il Torrione dei Preti si rientra verso Via Mura di Porta Gaza, area che un tempo ospitava un fortino e una polveriera, protagonisti della Battaglia di Ravenna.
Il tratto seguente riporta ancora, nei nomi delle vie, l’andamento delle antiche fortificazioni: Via Corti alle Mura, Porta Sisi, e soprattutto Via Zagarelli alle Mura, lungo la quale è ben visibile un’altra porzione di cinta muraria.
In questa parte della strada si trova anche una delle abitazioni più vecchie di Ravenna, appartenuta alla famiglia Da Polenta, risalente al XIII secolo.
Una tradizione locale, non verificabile, riconosce in questa casa il sito natale della celebre Francesca, figlia di Guido Minore, il cui tragico amore adulterino con Paolo Malatesta è narrato da Dante Alighieri nel V canto dell’Inferno.
La porzione successiva del tragitto si apre sui bellissimi Giardini Pubblici, dai quali è possibile vedere la Loggetta Lombardesca, sede del MAR – Museo d’Arte della Città di Ravenna.
Sulla destra, lungo il tracciato ferroviario, si trovano altri resti di mura e bastioni, alcuni dei quali inglobati all’interno di abitazioni più recenti.
Come quelli di Porta San Lorenzo, divenuta l’ingresso di un condominio, che segnava la via verso il sobborgo di Cesarea, a metà strada tra la città fortificata e Classe, o i resti di Porta Wandalaria, dal nome di un re goto, parzialmente interrata ma ancora visibile.
Si giunge così nella zona della Darsena, dove le mura vennero abbattute attorno al 1863 per la costruzione della Stazione Ferroviaria. In questa zona sopravvivono ancora i resti di Porta Alberoni, lungo Via Candiano.
In fondo a Via Maroncelli appare l’imponente Rocca Brancaleone, eretta dai veneziani nel XV secolo, oggi adibita a giardino pubblico, ristorante e cinema all’aperto.
In questa zona strategica per la difesa della città le mura dovevano essere decisamente imponenti. Alcuni resti della cosiddetta Porta dei Veneziani si intravedono all’interno di un giardino privato in Via Miniago.
Da qui, passando da Via Falier, si rientra verso Via Venezia per raggiunge Porta Serrata. Lungo l’omonima via si possono scorgere altri tratti di mura, sino a Via Pier Traversari, raggiungibile da una passaggio pedonale oltre la zona di sosta Torre Umbratica.
Qui è ben visibile, benché murata e di poco sporgente dal suolo, l’antica Posterula Vincileonis, che consentiva l’accesso in barca lungo uno dei numerosi canali che attraversavano Ravenna nell’Antichità.
Dopo aver scorto i resti di un altro bastione all’inizio di Via Traversari, consigliamo di tornare leggermente indietro e imboccare Via Don Minzoni.
Sulla sinistra, dietro la fila di case, è possibile intravedere la linea ancora solida delle fortificazioni antiche. Nel punto d’incontro con Via Sabbionara, sempre sulla sinistra, è ben visibile e in ottime condizioni un altro torrione, all’interno di un giardino privato.
Alla nostra sinistra si nota, imponente, il complesso che ospita il Museo Nazionale, la Basilica di San Vitale e il Mausoleo di Galla Placidia, due degli otto Monumenti Patrimonio dell’Umanità presenti a Ravenna.