Ripercorrere i luoghi di Ravenna legati alla memoria di Dante Alighieri significa non solo limitarsi al centro storico dove certamente il Sommo Poeta abitava, organizzava il lavoro, frequentava amici e studiosi, vuol dire anche allontanarsi dalla città per raggiungere un ambiente diverso, naturale e selvaggio, che lo stesso Dante riteneva a lui tanto caro.
Posta a sud della celebre Basilica di Sant’Apollinare, la PINETA DI CLASSE è ancora oggi un luogo suggestivo che custodisce una fauna senza tempo, capace di rievocare intatta quell’atmosfera che potevano suggerire a quei tempi le lunghe passeggiate del Sommo Poeta attraverso la foresta costiera.
Paesaggi, colori, spaccati di luci e ombre furono senz’altro preziose per l’ispirazione del letterato intento alla ricerca di immagini e impressioni, utili a ricreare per iscritto quei paesaggi che incontriamo come sfondo in alcuni punti della Commedia.
Nel canto XXVIII del Purgatorio (vv. 1 – 21) compare così la Pineta di Classe, citata nel descrivere la selva incantevole del Paradiso terrestre, in cui Dante e Virgilio fanno il loro ingresso nell’ultimo giorno del loro viaggio mistico.
Si tratta di una foresta bellissima e ospitale, in netta contrapposizione alla selva oscura descritta nel I canto dell’Inferno. L’aria è fresca e leggera, ricca di profumi, spira una gradevole brezza, e gli uccellini cinguettano in perfetta armonia.
Inoltrandosi nel bosco, Dante arriva nei pressi di un fiume, sulle cui sponde cammina una donna di incredibile bellezza e serenità: è Matelda che canta e raccoglie fiori.
Vago già di cercar dentro e dintorno
la divina foresta spessa e viva,
ch’a li occhi temperava il novo giorno (…)
Rispetto ad altre foreste o boschi che ritroviamo nella storia della letteratura, forse la Pineta di Classe è quella a vantare un maggiore eco artistico-letterario, se non altro per le tante citazioni celebri di poeti e scrittori che vollero passare da qui in memoria del Sommo Poeta.
C’è quella a firma di Giovanni Boccaccio che nella pineta ambientò la novella di Nastagio degli Onesti, contenuta nel Decamerone (Giornata V, Novella 8). C’è il ricordo artistico del Botticelli che ritrasse la magia della stessa foresta proprio nella rappresentazione su tavola della novella del Boccaccio.
E ancora il poeta John Dryden che fece conoscere la Pineta di Classe all’estero; Lord Byron che la attraversava al galoppo; e a seguire tutti gli artisti del Grand Tour e gli studiosi che, nel corso dei secoli, hanno fatto sosta in questa pineta a sud di Ravenna proprio in memoria del grande Poeta Dante Alighieri.
Giovanni Pascoli tentò addirittura l’impossibile, facendo incontrare nel suo componimento “L’eroe italico” Dante stesso con Giuseppe Garibaldi.