Tra le numerose residenze nobiliari presenti in città PALAZZO RASPONI DALLE TESTE spicca per la sua grandezza (oltre 5000 mq) e il suo prestigio decorativo.
Considerato uno dei più maestosi edifici della città, fu costruito a cavallo tra il ‘600 e il ‘700 per volontà di Giovanni Rasponi, all’epoca vescovo di Forlì, e dal fratello, il conte Giuseppe, per rimarcare l’importanza della loro famiglia – i Rasponi – all’interno della società ravennate di allora.
Benché questa casata fosse stata protagonista assoluta dello scenario politico ed economico locale tra il ‘500 e l’800, la costruzione del palazzo si rivelò per certi versi anacronistica e sproporzionata, e coincise con l’inizio del declino del loro potere in città.
Dopo diversi passaggi di mano e sfortunate vicende, nel 1944 l’edificio fu gravemente danneggiato dai bombardamenti che causarono la perdita di molte delle decorazioni interne.
Nell’immediato dopoguerra fu impiegato con finalità diverse finché, tra il 2011 e il 2014, fu oggetto di un radicale intervento di restauro (grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna) che lo hanno riportano agli splendori di un tempo.
Oggi ospita alcuni uffici del Comune di Ravenna, e i suoi spazi vengono utilizzati per mostre, concerti, congressi, matrimoni ed eventi culturali.
Un palazzo maestoso
Riguardo la progettazione dell’edificio sono state formulate diverse ipotesi, ma l’ideazione viene principalmente attribuita al noto umanista, matematico e architetto locale Luca Danese, sebbene fosse morto quasi trent’anni prima della costruzione (1598-1672).
Originariamente il palazzo si affacciava per circa 70 metri su un elegante parco privato (oggi Piazza Kennedy) che si estendeva fino al fianco di Palazzo Rasponi Murat. In questo spazio si collocava anche l’antica Basilica di Sant’Agnese (V secolo d.C.), la cui planimetria è oggi visibile sulla pavimentazione dell’attuale piazza.
La facciata del palazzo, ricca di elementi classicistici e tardo manieristici come le 43 finestre incorniciate in sasso d’Istria, vanta un grandioso portale sormontato dallo stemma della famiglia (le zampe di leone per i Rasponi e una testa di moro bendata e alternata a una testa di leone, simbolo dei Dalle Teste).
L’enorme portale incornicia scenograficamente l’androne a doppia altezza e testimonia il passaggio dal barocco al rococò, visibile anche in altre parti decorative presenti all’interno dell’edificio.
Tripartito come una chiesa a tre navate, l’androne conduce al secondo piano mediante una scala d’onore realizzata da Giuseppe Antonio Soratini che termina con un portone verso il salone nobile, decorato con il grande stemma dalle zampe leonine incrociate e le unghie sfoderate.
Nella grande sala, un tempo alloggio del conte Giuseppe, si aprono quattro porte sormontate da portali in stucco con al centro il busto di antenati o mitici personaggi che si ripetono nelle altre sale fino a traguardare assialmente la finestra su Via d’Azeglio.
Sontuosi i decori plastici nelle sei stanze vescovili al primo piano che, attraverso i portali, formano una galleria dove erano sistemati oltre un centinaio di quadri di grande valore.