A metà strada tra la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo e il museo MAR, si trova uno dei due principali teatri storici di Ravenna.
Ospitato all’interno di un’antica chiesa medievale risalente al XIII secolo d.C., il TEATRO LUIGI RASI è oggi un luogo culturale molto attivo, centro di gran parte della programmazione curata da Ravenna Teatro (vedi focus), oltre che di intense attività, rassegne e laboratori di vario genere legati al mondo della prosa e della contemporaneità espressiva.
Da chiesa a teatro…
Quelli che oggi sono gli spazi occupati dal teatro, originariamente facevo parte della chiesa monastica intitolata a Santa Chiara, edificata nel 1255 accanto al Convento delle Clarisse per conto della celebre Chiara da Polenta, su un precedente edificio ecclesiale noto con il nome di Chiesa di Santo Stefano in Fundamento.
Ricostruita nel Settecento su disegno dell’architetto Camillo Morigia, a seguito delle confische napoleoniche sugli ordini monastici nel 1805 fu sconsacrata.
Dapprima fu adibita a cavallerizza; poi, a fine Ottocento (1874) convertita in teatro, grazie alla richiesta di concessione del fabbricato da parte dell’Accademia Filodrammatica.
Il nuovo teatro fu inaugurato nel 1892 e nel 1919 intitolato al celebre attore e drammaturgo ravennate Luigi Rasi. A lui si devono grandi opere, come la trascrizione del Pluto di Aristofane e dell’Antigone di Sofocle.
Chiuso nel 1959 per restauri, il teatro riaprì nuovamente negli anni ’70 del secolo scorso.
Dal 1991 è sede di Ravenna Teatro, nata dall’unione di due compagnie: Teatro delle Albe e Drammatico Vegetale.
Un salto nel passato?
Dell’antica struttura della Chiesa di Santa Chiara rimangono la facciata (in parte frutto di un intervento di età successiva), oggi ingresso del teatro, e il palcoscenico, ricavato dall’abside, i cui pregevoli affreschi trecenteschi, staccati e restaurati, sono oggi visibili presso il Museo Nazionale di Ravenna.
A realizzare il ciclo di affreschi, che raccontano la Storia della Salvezza e l’esaltazione della Croce, fu Pietro da Rimini, artista molto fecondo di scuola giottesca.