Nell’area del complesso di San Vitale, immediatamente alle spalle del Mausoleo di Galla Placidia, in quella che è una delle zone più suggestive del centro storico, sorge l’edificio sconsacrato della CHIESA DI SANTA CROCE.
Nonostante l’architettura dall’esterno appaia di scarso valore estetico, indagini effettuate a più riprese hanno dimostrato l’importanza di questa costruzione.
L’archeologia ha permesso infatti di comprendere con più chiarezza il rinnovamento urbano di questa parte della città, a seguito del trasferimento della capitale dell’Impero romano da Milano a Ravenna (402-403 d.C.).
La storia del complesso
Nella prima metà del V secolo d.C. per iniziativa dell’imperatrice Galla Placidia fu impostato su una precedente domus romana ormai abbandonata (nell’area recintata che identifica il sito sono ancora visibili i resti), un edificio a tre navate preceduto da un lungo porticato (nartece).
Alle sue estremità si aprivano due oratori simmetrici dedicati alla venerazione di santi (martyrium) a formare quindi con la chiesa un articolato complesso a pianta cruciforme.
Oggi l’unico sacello superstite è il cd. Mausoleo di Galla Placidia che al tempo era probabilmente dedicato a San Lorenzo, come mostra il mosaico parietale all’interno dello stesso.
La chiesa, costruita su più fasi, doveva possedere una ricca decorazione, oggi quasi totalmente perduta (marmi policromi, mosaici parietali e stucchi), simile per fasto a quella del vicino mausoleo.
Nel corso dei secoli la chiesa di Santa Croce ha conosciuto diverse varie fasi d’utilizzo e recupero.
Oggi è possibile vedere solo l’abside del ‘400, l’austera facciata del ‘600, e il campanile del ‘700, oltre a diversi altri rifacimenti.
Agli inizi del XVII secolo l’edificio fu, infine, ridotto nella parte anteriore e separato dal Mausoleo di Galla Placidia per far posto alla strada che oggi gli passa dinanzi (Via Galla Placidia).