A poche decine di metri dalla Biblioteca Classense, e proprio di fronte alla Chiesa di San Romualdo, sorge il complesso della CHIESA DI SAN NICOLÒ, ex sede del Museo Tamo.
La chiesa – dedicata a San Nicola (o Nicolò), patrono di Bari – fu edificata attorno alla seconda metà del Duecento, unitamente all’annesso monastero, come sede ravennate dell’ordine degli Eremiti Agostiniani.
Il nuovo edificio andò a sostituire la precedente Chiesa di San Nicolò “dei Britti” o “in vineis”, databile all’VIII secolo d.C. che si trovava non molto distante all’esterno delle mura della città.
Una storia travagliata tra restauri e cambiamenti
Nel corso dei secoli l’edificio subì diverse modifiche. Nel XIV secolo fu ricostruita, e due secoli dopo restaurato con l’aggiunta del campanile. Da allora mantenne la sua struttura impostata su un’unica navata con abside poligonale, caratterizzata da uno stile architettonico dal gusto gotico e copertura a volta a crociera.
Gli interventi pittorici più importanti furono quelli del Maestro San Nicolò che, nella seconda metà del Trecento, dipinse le storie di San Giorgio; ma anche quelli di Cesare Pronti, allievo del Guercino che, alla fine del Seicento, decorò le cappelle di Santa Monica e Sant’Agostino e sette pale d’altare.
La chiesa fu usata con funzioni religiose sino al 1866. Da quel momento l’aula di culto fu destinata dapprima a deposito di macchinari e in seguito, dopo essere stata venduta al Ministero della Guerra, a cavallerizza militare.
Durante questo periodo subì ripetute spoliazioni che proseguirono fino al 1921, quando la chiesa fu adibita a garage militare.
Nel 1983, divenuta di proprietà comunale, conobbe una sistematica campagna di restauro fino al 2012, quando diventò un vero e proprio spazio espositivo. Fino al 2023, l’antica Chiesa di San Nicolò è stata sede del Museo Tamo di Ravenna, una mostra permanente dedicata all’affascinante storia del mosaico dall’Antichità fino a nostri giorni.