Tra i tanti luoghi di culto che caratterizzano il centro storico di Ravenna, merita sicuramente una visita la CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA, riconoscibile grazie al suo caratteristico campanile circolare in mattoni.
Per distinguerla dall’omonima basilica di San Giovanni Evangelista, posta nei pressi della stazione ferroviaria, questo edificio è noto tra i locali come “San Giovanni della Cipolla” (in dialetto Sân Zvan dla zôla) in riferimento all’antica usanza di ospitare nel quadriportico, oggi non più esistente, un importante mercato di prodotti agricoli.
Un’usanza che tutt’oggi rimane in occasione della ricorrenza di San Giovanni, quando nel mese di giugno presso il sagrato si svolge una caratteristica fiera dedicata alla cipolla.
Storia della chiesa
Fondata nel corso del VI secolo d.C. da un certo Baduario – almeno quanto riporta lo storico Andrea Agnello – sembra che la chiesa di San Giovanni Battista corrisponda all’antica San Giovanni ad Naviculam, un toponimo che riconduce alla presenza nei dintorni di una piccola imbarcazione usata per traghettare il Padenna che fluiva proprio in questa parte di città.
La struttura originaria della chiesa era divisa in tre navate scandite da venti colonne e preceduta da un quadriportico, demolito nel 1634. Nel XIII secolo fu costruito un adiacente monastero che due secoli più tardi nel XV secolo, sotto il governo dei da Polenta, ricevette ingenti donazioni per avere allestito un ospedale per il ricovero degli indigenti.
Nel 1688 un forte terremoto danneggiò pesantemente l’edificio. L’anno successivo fu ricostruito dall’architetto Pietro Grossi secondo i canoni estetici del tempo. A questo periodo risalgono gran parte delle attuali murature, quasi interamente rifatte specie intorno al 1694.
In questa generale opera di intervento, si preservò il campanile circolare del IX secolo, di ben 42 metri di altezza, caratterizzato da due ordini di ampie monofore sormontate da bifore e trifore.
Gli interni della chiesa
Oltre all’interessante contrasto tra la facciata barocca e il campanile medievale, l’interno della chiesa è molto suggestivo.
L’arte regna sovrana in ogni angolo: la cupola è adornata dagli affreschi di Francesco Ferrari, mentre nella cappella degli Spreti sono visibili affreschi risalenti alla seconda metà del XIV secolo. Oltre ai dipinti parietali, sono di grande valore anche i capolavori dei più importanti artisti ravennati operanti tra il XV e il XVIII secolo, come Giovanni Battista e Andrea Barbiani, Domenico Cignani e Francesco Longhi.
Da questa chiesa provengono il reliquario dei Santi Quirico e Giulitta, ora custodito presso il Museo Arcivescovile, e alcuni sarcofagi come l’arca di Pier Traversari, attualmente posizionata nel Quadrarco di Braccioforte.
Infine, sempre in questa chiesa, era custodito il trittico di Niccolò Rondinelli, oggi visibile all’interno della pinacoteca del MAR – Museo d’Arte della città, raffigurante la Vergine con il Bambino, San Sebastiano e Sant’Alberto carmelitano, che lo stesso Vasari lodò come quell’opera che “passò tutte l’altre opere sue”.
Degno di nota è anche il presepe napoletano esposto all’interno della basilica (vedi focus).