Dal 2012 si trovano nel prato antistante la Basilica di Sant’Apollinare in Classe alcune sculture in bronzo realizzate dall’artista Davide Rivalta, raffiguranti cinque bufale mediterranee che procedono in ordine sparso in direzione del monumento, Patrimonio dell’Unesco.
C’è chi si avvicina curioso, chi ne approfitta per farsi un selfie, chi si siede tra di loro per osservare la facciata della basilica.
Collocate in questo luogo in occasione della mostra itinerante “Terre Promesse”, gli animali sono rappresentati in una relazione precisa e contestuale con il paesaggio circostante.
La ricerca artistica di Davide Rivalta, che si considera ravennate sebbene nato a Bologna, è caratterizzata dall’uso di un linguaggio figurativo e dall’indagine sul mondo animale.
Per lui è fondamentale analizzare la relazione esistente tra opera, spazio e spettatore, con l’obiettivo di spingere gli osservatori a porsi in un’ottica di attenzione al passato e tensione ideale verso nuove prospettive.
Umanità e animalità vengono rappresentate contemporaneamente nelle sue opere. Il tempo di incrociarne lo sguardo diffidente e vigile, e di provare a rintracciare una qualche forma di relazione intima con loro.
Queste bufale non sono l’unica opera presente in città dell’artista. Attraversando Ravenna si ritrovano nei posti più impensati tracce del suo estro. Un esempio? I Gorilla nel cortile del Tribunale e/o i Rinoceronti nella Sala, già del Consiglio, dell’Autorità Portuale (vedi focus).