Un tracciato ad anello attraverso la storia della città, tra resti di mura medievali, bastioni, antiche porte e una rocca veneziana.
Il percorso parte da via Fiume Montone Abbandonato, dove è possibile scorgere sulla destra il primo tratto di antiche mura, il cui impianto risale al V secolo. Passando sullo sterrato si costeggiano le mura e si prosegue lungo viale F. Baracca.
La prima tappa rilevante dell’itinerario è Porta Adriana, probabilmente la più bella, certamente quella che segna in maniera più perentoria l’ingresso al centro storico e alla zona pedonale. Arricchita nei vari secoli, porta ancora i segni della Roma Imperiale, di Venezia ma anche una traccia della Seconda Guerra Mondiale.
Lungo via Don Minzoni è possibile ammirare altri tratti di mura, proprio alle spalle della Basilica di San Vitale – che insieme al Mausoleo di Galla Placidia merita certamente una deviazione.
A metà di via S. Gaetanino si trova un collegamento ciclabile verso via Traversari, attraverso il quale è possibile giungere al Giardino Umberto Pinzauti, sempre con le antiche mura sulla destra.
Il successivo punto di riferimento è Porta Serrata. A custodia dell’ingresso nord della città, è così chiamata poiché i Da Polenta, famiglia nobile molto importante per la storia di Ravenna, a fine ‘400 decisero di murarla a seguito di una profezia malevola.
Oltre via Venezia irrompe la Rocca Brancaleone, punto ideale per una sosta (e uno spuntino). Fortezza Veneziana del XV secolo, fu uno dei teatri della Battaglia di Ravenna del 1512, uno dei primi in Italia a vedere in campo l’utilizzo di cannoni. Oggi è un giardino, un teatro e cinema all’aperto, nonché un apprezzato punto ristoro.
Al passaggio a livello che segna il confine tra via Alberoni e via Candiano si notano i resti della Porta Alberoni.
Oltre via Gradenigo invece, voltando subito a destra, si imbocca via delle Antiche Mura, una pista ciclabile e pedonale che conduce fino a via Destra Canale Molinetto seguendo uno dei tratti più lunghi di fortificazione.
Il percorso volge ad ovest e prosegue lungo i Giardini Pubblici, altro incantevole luogo di possibile sosta e approvvigionamento, e giunge poi fino a Porta Nuova o Panphili, in fondo a via di Roma.
Ricostruita al termine del ‘500 (da cui il nome “Nuova”), segnava l’inizio della grande impresa ingegneristica del canale “Panphilio”, oggi scomparso.
Da qui passavano i tram diretti a Forlì e da qui, il 4 dicembre del 1944, entrarono partigiani e Alleati per la definitiva liberazione della città.
Seguendo via Zagarelli alle Mura si giunge a due porte molto vicine tra loro: Porta Sisi, così chiamata forse in onore di San Ursicino, martire a Ravenna, e Porta San Mamante, un tempo facente parte di un complesso fortificato chiamato “I Bastioni”.
Lungo via Circonvallazione al Molino si trova, leggermente defilata, Porta Gaza, che chiudeva in passato l’area militare dei Bastioni, dal lato meridionale. Qui si trova anche un monumento in omaggio alla Resistenza, realizzato da Giò Pomodoro.
Ricorda i Martiri della Seconda Guerra Mondiale, vittime dell’eccidio del Ponte degli Allocchi, un tempo situato di fronte al monumento.
Poco oltre riprende un altro tratto di mura assai significativo, che comprende una delle ultime torri di epoca medievale.
La linea di fortificazione termina sui resti della Porta Aurea la quale, in epoca Romana, segnava l’accesso sud-occidentale, in direzione del porto militare, che un tempo sorgeva nell’area dell’attuale ospedale civile.
Da qui, seguendo ancora le mura della circonvallazione, si completa l’anello rientrando in piazza N. Vacchi, passando per piazza della Resistenza, dove è possibile ammirare la fontana in mosaico Ardea Purpurea, realizzata dall’artista Marco Bravura.
NB: in zona Porta Serrata e Porta Adriana sono presenti colonnine gialle per la manutenzione delle biciclette, dotate di pompa e alcuni attrezzi.