Il CIMITERO MONUMENTALE DI RAVENNA sorge sulla riva del canale Candiano, a 3 km dal centro della città.
La sua fondazione risale al 1817 quando, durante le repubbliche napoleoniche, l’assetto urbanistico delle città fu fortemente modificato e i luoghi di sepoltura spostati in luoghi “soleggiati e arieggiati” lontani dal centro urbano.
Il progetto della parte monumentale è più tarda. Risale al 1878 ed è opera dell’ingegner Romolo Conti che per la progettazione si rifece al modello delle certose lombarde, e in particolare a quella di Milano.
Dal punto di vista architettonico la struttura presenta due piani sovrapposti, che riflettono la divisione in classi sociali del tempo.
Al piano superiore, sotto gli ampi porticati, trovano spazio monumenti funebri che sono vere e proprie opere d’arte. Al piano inferiore invece, nel sotterraneo illuminato dalla scarsa luce che penetra da finestre a forma di oblò, si trovano le sepolture di personaggi di classe sociale inferiore.
Il cimitero monumentale è il luogo di sepoltura di diversi personaggi storici che hanno avuto un ruolo di primo piano nella storia post unitaria italiana e della città. Tra questi: Corrado Ricci, Luigi Rasi, Filippo Mordani, Francesco Negri, oltre memoriali ai caduti durante l’Unità d’Italia e la Prima Guerra Mondiale.
A descriverne l’atmosfera di struggente rapporto con la memoria e di colta nostalgia per un passato che è individuale, ma allo stesso tempo corale, è l’allora Sovrintendente Corrado Ricci:
“Vasto, solingo, pieno di poesia è il luogo scelto dal Comune di Ravenna nel 1817 per farvi il cimitero. Sulle rive del canale Corsini o Candiano, a tre chilometri dalla città, ha dietro il bosco dei pini, poi larghe stese solcate da canali, poi il mare”.
Corrado Ricci (La Guida di Ravenna, 1923)