LA STREET ART A RAVENNA ha conquistato un ruolo da protagonista e coinvolge ormai diverse zone della città, dall’area della Darsena ad alcune vie del centro storico, in una sorta di galleria d’arte pubblica a cielo aperto.
Con più di ottanta opere sparse in tutta la città, oggi Ravenna può essere considerata a ragion del vero una piccola capitale della street art, punto di riferimento a livello nazionale.
In poco tempo i muri di Ravenna hanno cambiato pelle: dalla Darsena a Porta Adriana, dallo Stadio alla Rocca Brancaleone, la città si è trasformata in un vero e proprio museo a cielo aperto, con opere di artisti italiani e internazionali.
Un appuntamento di grande rilievo per il mondo della street art a Ravenna è il Festival “Subsidenze” che dal 2014 rinnova ogni anno l’alleanza tra amministrazione, giovani artisti e promotori culturali, richiamando professionisti di fama internazionale perché lascino un segno sui muri messi a disposizione dal Comune.
Tra i grandi street artist che in questi anni hanno collaborato troviamo Zed1, NemO’s, Bastardilla, Ericailcane, PixelPancho, Camilla Falsini, Jim Avignon e Millo, assieme ad artisti locali come Dissenso Cognitivo coi suoi quadri fantascientifici.
Sempre più persone, soprattutto tra le fasce dei più giovani, vengono così in città per ammirare da vicino questi bellissimi murales.
La Darsena
Al centro di un graduale processo di riqualificazione la Darsena di città è senza dubbio il quartiere che ne ospita il maggior numero.
In questa area densamente popolata, in bilico tra archeologia industriale e l’edilizia popolare degli anni ‘70, sono presenti tantissime opere d’arte muraria.
Basta una semplice passeggiata a piedi, in sella a una bici o alla guida di un monopattino per rendersene subito conto.
Il giro da fare è molto suggestivo: ci vogliono all’incirca 2h per completarlo, se ci si muove a piedi; circa 1h, invece, in sella a una bicicletta.
Tre i punti di riferimento per orientarsi: il Canale Candiano e tutta la zona attorno alle Artificerie Almagià e il Darsena PopUp, Via Trieste e Via Tommaso Gulli.
Il consiglio è quello di intraprendere una sorta di percorso ad anello che, partendo dalla testata della Darsena, vi porti dapprima a Via Grado, e da qui poi a quella che è stata recentemente definita la “Cittadella della street art” (ovvero il complesso popolare il cui ingresso è posto in Via Gulli, di fronte al parcheggio del Pala de Andrè); tornare quindi in Via Trieste, e infine affacciarsi nuovamente sulla banchina della Darsena.
Lungo queste strade si può ammirare una moltitudine di opere – alcune autorizzate, altre meno – dipinte da artisti quali Ericailcane, Bastardilla, Millo, Jim Avignon, Basik, Pixel Pancho, Qbic, Tellas, Camilla Falsini, Zed1, Dzia, Hope, Dissenso Cognitivo, Geometric Bang, About Ponny, Reve +, Exit Enter e tanti altri.
Il centro storico e il resto della città
Al di là del quartiere della Darsena, le opere di street art sono presente in ogni dove a Ravenna, dal centro storico fino al mare.
Tra i casi più emblematici e noti al pubblico nazionale e internazionale c’è sicuramente il Dante dell’artista brasiliano Kobra, realizzato in soli tre giorni nel 2016 in via Pasolini sul muro esterno della Scuola Primaria “F. Mordani”, usando solo vernici allo smalto con l’ausilio di un compressore e una pistola a soffiaggio come se fosse un grande aerografo.
Un’opera unica, intensa, decisamente contemporanea, diventata negli anni meta obbligata per di turisti e cittadini e icona artistica della città di Ravenna.
C’è poi il caso Invader, uno degli artisti più celebri al mondo al pari di Banksy, che negli anni scorsi ha letteralmente invaso la città con le sue opere.
Di questo artista non si conosce la vera identità (si definisce un “UFA”, ossia Unidentified Free Artist – “artista libero e non identificato), ma si conoscono le sue opere: piccole mattonelle colorate ispirate ai mostri e gli invasori del videogioco Space Invaders.
A Ravenna ce ne sono 40, sparse su tutto il territorio. Potete andare alla loro ricerca scaricando l’App gratuita FlashInvaders, oppure consultando il catalogo della sua mostra “New Mosaic of Ravenna” – molto difficile da trovare – che lo stesso Invader ha presentato con una mostra inaugurata nel 2017 a Hong Kong.
C’è poi BLUB, artista fiorentino, celebre a livello internazionale per le sue opere della serie “L’arte sa nuotare”, per la quale ha realizzato ritratti di personaggi famosi rigorosamente sott’acqua.
Le sue opere, realizzate su carta da zucchero solitamente sugli sportelli dei contatori delle città, sono ormai più di una trentina e vanno così ad arricchire ulteriormente la mappa della street art di Ravenna.
Sono arrivate in città anche le SuperWoman de Lediesis, due artiste fiorentine che realizzano le loro opere in studio con la tecnica del paste-up per poi attaccarle sui muri. Famose ormai in tutta Europa per le loro reinterpretazioni delle grandi donne del passato.
Iconica è la loro Frida Kahlo, che ora strizza l’occhio anche ai passanti di Via Cavour, a rappresentazione dell’empowerment femminile e per ricordarci che ognuno di noi, dentro di sé, custodisce il proprio superpotere, occorre solo cercarlo e tirarlo fuori.
Ultimo arrivato è un murale in omaggio a Banksy firmato da Giovanni Magnoli, più noto come Refreshink, vicino all’ingresso del MAR – Museo d’Arte della Città di Ravenna. Una pittura a mosaico che reinterpreta The Flower Thrower, comparso nel 2003 a Gerusalemme sul muro che separa Israele dalla Palestina. Proprio all’interno delle sale del MAR è esposta una riproduzione dell’opera di Banksy.
Nelle sue opere, Magnoli si concentra principalmente sul mosaico romano e bizantino, tecnica antichissima che l’artista riporta su muro esclusivamente attraverso la pittura; non si tratta quindi di un mosaico vero e proprio composto da tessere, ma di campiture di colore che creano un effetto ottico che riporta subito alla mente l’arte musiva.
La street art a Ravenna è una materia fluida e in continuo cambiamento, soggetta a tantissimi fattori e cambiamenti impossibili da controllare.
C’è di certo che a Ravenna l’Arte si fa strada, nel vero senso della parola.
Lo spirito creativo dell’ex capitale bizantina è sempre vivo e aperto alla contemporaneità. Il risultato è una vera e propria invasione di arte, forme e colori, che ridisegna in modo creativo lo spazio urbano e rivaluta superfici che altrimenti sarebbero rimaste anonime, se non soggette a un lento degrado.
Parallelamente agli spazi urbani, il festival Subsidenze gestito dall’Associazione Indastria si occupa anche della promozione delle ultime tendenze della Street Art italiana e la raccolta delle opere degli artisti del festival, attraverso l’allestimento di mostre collettive o l’apertura di nuovi spazi e iniziative, come la collaborazione di Bonobolabo, brand fondato nel 2013 da Marco Miccoli e la più recente realtà del Magazzeno Art Gallery.