Alle porte del piccolo abitato di Classe, a circa 8 km a sud di Ravenna, si erge uno degli otto monumenti che compongono il sito Unesco della città: è la grandiosa e solenne BASILICA DI SANT’APOLLINARE IN CLASSE con il suo caratteristico campanile cilindrico, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1996.
Nata per accogliere le spoglie di Apollinare, Santo patrono della città, la basilica fu edificata su una precedente area cimiteriale in uso tra la fine del II e l’inizio III secolo d.C. dove sembra avesse trovato sepoltura lo stesso protovescovo.
A finanziarla fu Giuliano Argentario su ordine del vescovo Ursicino (533 – 536 d.C.) ma fu consacrata solo qualche anno dopo (549 d.C.), sotto l’arcivescovado di Massimiano.
Imponente e maestosa, con una facciata alta 30 metri e lunga quasi il doppio, è stata definita il più grande esempio di basilica paleocristiana oggi conosciuta.
Apollinare e i suoi mosaici
Nonostante le spoliazioni subite nel corso dei secoli (in origine era preceduta da un quadriportico poi andato distrutto), la chiesa tutt’oggi preserva la bellezza della struttura originaria ed è ammirata per gli splendidi mosaici policromi del suo catino absidale e gli antichi sarcofagi marmorei degli arcivescovi collocati lungo le navate laterali.
In particolare possiamo ammirare la rappresentazione di Apollinare, fondatore e primo vescovo della chiesa ravennate, raffigurato a braccia alzate nell’antico gesto della preghiera.
In questo quadro simbolico ogni elemento è denso di significati, come i dodici agnelli bianchi immersi in un paesaggio verdeggiante simbolo dei dodici apostoli.
I mosaici raffigurano anche una varietà di piante, rocce, uccelli, alcuni dei quali caratteristici della zona, oltre rendere onore ad alcuni importanti nomi della chiesa ravennate.
Sopra il paesaggio paradisiaco in cui troviamo Apollinare, emerge dalle nuvole su un fondo dorato la raffigurazione della mano di Dio e subito sotto una croce tempestata di pietre preziose su un cielo punteggiato da novantanove stelle d’oro e d’argento.
Al suo interno è il volto di Cristo con le lettere apocalittiche dell’alfabeto greco: l’Alpha e l’Omega, l’Inizio e la Fine di ogni cosa.
A fianco, tra le nubi le figure di Mosè ed Elia mentre poco sotto tre pecorelle sono il simbolo degli apostoli che assistono alla Trasfigurazione.